Iniziamo cercando di illustrare in breve la parola sogno: è ogni attività mentale svolta prevalentemente quando si dorme, ma non solo, e comprende ricordi, desideri non realizzati o irrealizzabili, emozioni. Sull’(im)possibilità decideranno le lettrici e lettori e i loro organismi politici rappresentativi.
Il 3 ottobre p v è un anniversario importante per Gorizia: nello stesso giorno di 120 anni fa la città fu raggiunta per la prima volta dalla ferrovia. Allora la situazione era molto diversa: l’Impero Asburgico di cui la Principesca Contea di Gorizia e Gradisca faceva parte proponeva che Vienna fosse collegata con Trieste, il suo porto e con il Lombardo Veneto mentre le rotaie correvano giù verso il cento – nord Europa. I lavori di progettazione furono affidati all’ingegnere veneziano Carlo Ghega (Karl von Ghega) che li svolse ottimamente tanto da essere raffigurato in una banconota da 20 Scellini e da un monumento al culmine della salita del Semmering. Gli oltre 580 km fra Vienna e Trieste avevano due punti particolarmente problematici: il superamento dell’altopiano del Semmering a 895 metri di quota, e l’attraversamento della palude che circondava Lubiana. Questa fu raggiunta nel 1849 mentre Trieste fu collegata nel luglio 1857 con una stazione terminale piuttosto piccola che nel 1878 con una variante di tracciato di 2 km arrivò dove oggi è l’attuale stazione.


Avere il collegamento diretto non fu facile per Gorizia; vi si opponevano in particolare influenti ambienti udinesi con la scusa dell’allungamento di percorso di oltre 14 km causato dalla cosiddetta ansa e l’intervento del conte Coronini presso l’imperatore Franz Jozef di cui era precettore risolse positivamente la querelle.
Va anche ricordato che c’erano due progetti per collegare Lubiana a Trieste e Ghega scelse quello chiamato carsico per i minori costi di costruzione; la parte del progetto riguardante la tratta Most na Soci (Santa Lucia) e la valle dell’Isonzo fu recuperata e utilizzata per la Transalpina aperta nel 1906. L’Impero Austro Ungarico entrò in una profonda crisi finanziaria e per fare cassa vendette la linea ai finanzieri francesi Rothscild; aumentarono considerevolmente i costi del trasporto passeggeri e merci e di conseguenza le rivendicazioni per un secondo collegamento fra Trieste e Vienna. La FEG (società ferroviaria friulana), su progetto degli ingegneri cervignanesi Antonelli e Dreossi, aprì nel giugno 1894 la tratta Monfalcone Cervignano allungata nel 1897 a San Giorgio di Nogaro che divenne il percorso più breve fra Trieste e Venezia. Negli stessi anni il consigliere camerale Holtzer propose un collegamento diretto fra Gorizia e Cervignano con percorso anche verso l’attuale Alto Isontino, anche con tratte a scartamento ridotto per minori costi di costruzione. Quando nel 1902 l’allora Dieta Provinciale inaugurò la Gorizia – Ajdovščina la stazione terminale fu spostata prevedendo il proseguimento della ferrovia sotto il Nanos e ancora oggi a Logatec (Longatico) si vede il foro di prospezione della prevista galleria di uscita verso Lubiana.


Sempre nel 1902 fu aperto il collegamento fra Trieste e Porec (Parenzo) in Istria a scartamento ridotto per i commerci di prodotti agricoli e materiale lapideo verso il capoluogo giuliano; la linea fu chiusa nel 1936. Superate le difficoltà economiche della seconda metà del 1800 l’Impero Austro Ungarico emanò nel 1901 la Legge Alpenbahnprogramm che prevedeva la costruzione di undici linee ferroviarie: fra esse spiccava la Wocheinerbahn – Bohinjska Proga – Transalpina che fu aperta nel luglio 1906. Vi sono presenti due notevoli opere ingegneristiche quali il ponte sull’Isonzo di Salcano e il traforo di Podbrdo (Piedicolle); questo secondo collegamento fra Trieste Gorizia e Vienna apportò notevoli benefici economici all’Isontino negli anni precedenti la prima guerra mondiale.
Nel 1910 il tram collegò direttamente le due stazioni di Gorizia, quella Stato (ora Nuova Gorica) e quella sud ora Gorizia. Con la 2^guerra mondiale ci furono ulteriori cambiamenti di confine. Nell’ottobre 1960 una coppia di sposi con intenzioni beneauguranti inaugurò il collegamento diretto fra le due stazioni goriziane con convoglio trainato da un diesel di costruzione austriaca.


Oggi c’è l’autoporto con un notevole fascio di binari ed è presente da anni il progetto di due lunette che collegano direttamente da un lato la Transalpina e dall’altro l’ex Meridionale. Il collegamento est – ovest tramite Gorizia e la Valle del Vipacco è il più breve e necessita di minori e costose opere infrastrutturali. Dalle note sopra citate emergono già alcuni focus e passaggi operativi: saranno le cittadine e i cittadini e gli organismi rappresentativi loro collegati a rendere il sogno possibile o quanto meno non impossibile. Pino Ieusig
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