Nel 1999 a Baltimora un libraio decide di aprire una libreria gratuita dove regala libri. L’iniziativa ha talmente successo, che ora i suoi locali contengono centocinquantamila volumi, perchè i lettori la imitano, mettendo a disposizione i propri.
A Bologna un’insegnante ed ex-libraia segue il suo esempio e presto viene contattata da un triestino, che la cerca per avere utili informazioni e che nel dicembre del 2016 apre la sua libreria gratuita a Trieste, che ora contiene oltre tremila volumi.
La scoperta dell’esistenza di queste persone e delle loro iniziative è stata per me emozionante, perchè l’idea che sta alla base dell’attività di queste librerie è assolutamente rivoluzionaria : qui i libri non vengono venduti, ma regalati. Non solo, ma si consiglia di prestare o regalare i libri che si prendono lì ,agli amici.
E’ il concetto di gratuità ad essere rivoluzionario. Tutto quello che vediamo intorno a noi ha un costo: l’autobus, il giornale, i vestiti, gli alimenti, le case… Solo i genitori o gli amici ci danno il loro tempo o degli oggetti, senza chiederci nulla in cambio.
Ma ancora più rivoluzionario è che vengano dati gratuitamente libri e questo significa dare e far circolare cultura: qualsiasi persona può entrare, scegliere e portare via con sè un volume. Nessuno gli chiede qualcosa in cambio. Naturalmente molti si sentono in dovere di portare i propri libri e così si mette in moto un circolo virtuoso, che porta la libreria ad arricchire le sue riserve: incredibilmente, dare porta anche a ricevere più di quanto si è offerto.
Non credo proprio che la mia emozione sia fuori luogo. C’era chi i libri li bruciava e chi si arrogava il diritto di stilare elenchi di libri che era vietato leggere. Ricordo i miei conflitti, quando da liceale la mia insegnante di francese mi diede da leggere in francese un libro, che poi qualcuno mi disse essere all’indice.( Questo naturalmente succedeva molto tempo fa.)
E non si trattava nè di sesso nè di violenza, ma di problematiche religiose, l’autore era Andrè Gide. Naturalmente lo lessi.
Quello che mi entusiasma di queste iniziative è che la circolazione dei libri può diventare capillare e può raggiungere davvero tutti, senza restrizioni. Da questo, poi, possono nascere discussioni, confronti; la vita dei libri si allunga a dismisura.
Ed è per questo che ho pensato al Forum : ci sono già i locali e c’è già una discreta scorta di libri, a quanto ricordo (anch’io ho contribuito). Ma soprattutto il Forum da anni fa e distribuisce cultura e una libreria libera mi sembra un completamento fantastico.
E poi in una città in cui le istituzioni vivono, come si dice, di “annuncite” e non realizzano mai nulla di positivo per la cultura, sarebbe una bella lezione! Rosamaria Forzi
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