La manifestazione dei giovani di “Fascismo e razzismo non sono opinioni – Fazišem in rasizem nista mnrnji” rappresenta per Gorizia una grande novità. L’incontro è stato organizzata da ragazzi, senza appartenenza partitica, un gruppo di studentesse e studenti che hanno voluto manifestare il dolore per la morte di George Floyd e la vicinanza a chi, in tutto il modo, si batte contro il razzismo.
Hanno parlato anche della visita dei due presidenti e della restituzione del Narodni dom in termini precisi, contestando il revisionismo storico sparso a piene mani in questa circostanza, ricordando chi erano stati i quattro eroi di Basovizza e cosa era successo a Trieste alla loro comunità a partire dagli anni Venti, quando Francesco Giunta incendiò il palazzo.
I ragazzi hanno dimostrato di conoscere a fondo quegli avvenimenti e di avere idee molto chiare sulle radici del razzismo. E’ stato davvero commovente vedere che la si pensa nello stesso modo e che le idee vanno avanti, “non muoiono mai”, come si diceva un tempo.
Grande scetticismo invece su quanto dicono i tanti che parlano di momento storico, di riappacificazione, di passo in avanti per l’incontro dei presidenti a Trieste. Forse sarebbe stato meglio che l’Italia avesse restituito il palazzo come la legge impone e soprattutto, e in modo unilaterale, avesse chiesto scusa per i crimini commessi durante il fascismo e l’occupazione della Jugoslavia, senza ricordare genericamente le “violenze del Novecento” che hanno una causa, delle ragioni ben chiare e un numero di vittime assolutamente diverso.
Uno stato che vuole fare i conti con il suo passato chiede perdono, elimina la condanna del Tribunale fascista che classifica i quattro morti come terroristi, sgombra il campo di ogni ambiguità e poi eventualmente chiede contro degli errori degli altri. Ma equiparare, livellare, dire che si è sbagliato al 50%, è pura utopia in campo storico. E che di vera riconciliazione non si possa parlare, al di là del prendersi per mano dei due presidenti, lo prova la stampa e i media che parlano nei telegiornali di 2000 italiani scaraventati nella fosse di Basovizza, per alcuni giornalisti, ancora vivi.
Sarebbe questa la riconciliazione e il passo in avanti nel rispetto reciproco? Davvero speriamo che il mondo sarà salvato dai ragazzin, come qualcuno ha sostenuto. Anna Di Gianantonio
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