Manca un mese a votare No al referendum, tanto per sgomberare subito ogni dubbio. Le intenzioni di voto danno il No soccombente, ma gli elettori dei partiti del Sì potrebbero sorprendere i loro apparati schierati obtorto collo a favore di una riforma che, nata sull’onda anticasta, risparmia solo sulla democrazia, e rinforza in realtà proprio la casta, che avrà più potere perché ognuno ne deterrà un po’ di più rispetto a prima.
Tanti hanno giustamente fatto notare che se il concetto di fondo era il risparmio, bastava sforbiciare gli emolumenti e non serviva toccare il numero dei rappresentanti.
I due partiti di governo hanno in questo senso stretto un accordo che per la tenuta del governo è disposto a sacrificare la tenuta della democrazia. Già il parlamento è spesso relegato a ruolo marginale, così perderà anche il minimo contatto con i territori che ogni eletto dovrebbe rappresentare.
Nella nostra regione la sforbiciata sarà enorme, e se già la distanza da Roma si sentiva parecchio, con la vittoria del Sì il Friuli Venezia Giulia sarà veramente un puntino da qualche parte sulla cartina: se Gorizia sia in Italia sarà una domanda frequente nei prossimi anni nei corridoi del potere romano.
Siamo chiamati a ratificare una riforma costituzionale peggiorativa… possiamo opporci con il voto, che è strumento di democrazia. Anche questa volta, ancora per questa volta che forse è l’ultima che conta veramente, dipende da noi dire No. Andrea Picco
Considerando quanto costa solo a Gorizia questo che chiami “strumento di democrazia”, tra gettoni di presenza per consigli comunali on line e commissioni consiliari convocate oramai una dietro l’altra, e visti i risultati… speriamo caldamente che venga data una bella sforbiciata prima a livello nazionale e poi a ruota nelle realtà locali, altro ché NO….