La scuola è nel caos, del trasporto pubblico scolastico nessuno sa alcunché ma state tranquilli: il nostro evento enogastronomico ci sarà. Non sarà Gusti di Frontiera, certo, ma ci sarà.
Si chiamerà “Contea, profumi di cultura europea” e promette di essere più culturale che gastronomico. Insomma, quello che in molti chiedono da tempo per Gusti di Frontiera non ci viene dato dall’Amministrazione ma ci viene imposto dal Covid.
Battute a parte, oggi siamo il 4 di settembre, praticamente mancano 20 giorni e siamo alle manifestazioni di interesse… Speriamo ci sia concretamente il tempo di organizzare tutto ciò che viene promesso, perché, sinceramente, di una sagra faremmo anche a meno.
Soprattutto, speriamo che quest’anno sabbatico, non scelto ma subito, consenta un reale ripensamento del formato Gusti di Frontiera. La festa va bene, Gorizia incasinata una volta l’anno ci sta tutta, ma per cortesia sia la qualità ciò che ispira la kermesse, non la quantità… Più selezione, più criterio nell’attribuire spazi, più controllo nella gestione degli stand (soprattutto di ciò che resta alla fine, quando la musica è finita e gli amici se ne vanno), più raccordo con i negozi e le attività commerciali goriziani che tutto l’anno portano avanti la carretta.
E sì, più cultura… Pensiamoci bene: il cibo e il bere lo sono, se conosciuti, se valorizzati, se proposti come si deve. Privati della dimensione culturale restano solo bevute e abbuffate collettive le cui nefaste conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Se veramente puntiamo ad avere un salotto, organizziamoci un’attività da salotto, non da stadio. Eleonora Sartori
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