Nel 1978 il nostro Paese ha istituito il Sistema Sanitario Nazionale che concretizza l’articolo 32 della nostra Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”. Un obiettivo, quello della salute, che negli ultimi vent’anni (dagli anni Novanta, quando si inizia a parlare ed a legiferare in merito alle Aziende Sanitarie, non più Unità) è stato scoraggiato, mutilato e sostituito da quello di Malattia.
Il nostro da sistema di salute è diventato un sistema di malattia, e quindi volutamente, di profitto. Perché la malattia fa guadagnare. Il sistema DRG, Diagnosis Related Groups, risalente al 1994 (post aziendalizzazione) è la classificazione dei ricoveri ospedalieri per acuti nell’ambito del Servizio sanitario nazionale (SSN), anche a fini di remunerazione degli ospedali. Quindi più prestazioni eseguo più soldi ricevo. Più femori/polmoni/mammelle sistemo più guadagno.
Ecco spiegato lo spostamento dalla salute alla malattia, dalla prevenzione e promozione della salute alla cura. Se prevengo di più, curo di meno e guadagno di meno. Riassumendo, la prevenzione non porta gli stessi soldi dell’ospedalizzazione. E di conseguenza anche i finanziamenti si spostano in favore della cura. E le conseguenze sono dirette, misurabili, su tutti noi. Meno screening, meno medicina del territorio, meno Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta, meno educazione sanitaria nelle scuole, meno campagne contro il fumo, in sostanza, meno Salute.
La Salute non è una mera concezione legata al Farmaco e all’Ospedale. Il concetto di salute è legato all’ambiente in cui viviamo, alla natura che ci circonda, alla nostra città, ai mezzi che utilizziamo per spostarci, al cibo che mangiamo, all’educazione che diamo. La salute è un concetto politico, è una scelta.
Tutto questo per dire che la pandemia Covid non di certo si poteva prevenire ma gestire meglio sí. Dal 2006 le Regioni dovevano recepire il “Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale” che definiva obiettivi ed attività da realizzare per evitare di trovarci travolti dalla pandemia. E invece.. non è stato fatto nulla, o poco più.
Il risultato del NON FARE è stato che quando è scoppiata l’epidemia quasi tutte le risorse sono state indirizzate negli ospedali e terapie intensive, invece che riservarne una parte al Territorio. Territorio formato dalla rete dei dipartimenti di prevenzione e dai medici di base che se fossero stati supportati prima e durante il Covid avrebbero sicuramente diminuito l’accesso agli ospedali e di conseguenza non saremmo arrivati all’intasamento delle terapie intensive e al dover scegliere chi salvare.
Si tratta quindi di problemi di salute pubblica, gestione e organizzazione a più livelli della salute, della territorialità e della presa in carico da parte dei servizi socio-sanitari. E questa è politica e noi dobbiamo pretendere che il nostro diritto alla salute venga garantito, a tutti. Francesca
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