All’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio comunale era presente una mozione dei consiglieri del movimento 5 stelle che chiedeva il potenziamento del Servizio per le dipendenze, specificatamente della figura del medico.
L’ora tardissima, erano le due di notte, ha fatto sì che il sindaco facesse propria la mozione, impedendo in questo modo la discussione di n aula su un tema così importante. Un’occasione persa, e su questo tema le occasioni di discussione in consiglio sono rarissime.
Il servizio per le dipendenze a Gorizia è messo male: pochissimi operatori, pochissimo interesse da parte dell'”azienda sanitaria in questi anni a potenziarne l’organico ne giustificano di fatto l’appellativo di servizio di serie b, e chi vi si rivolge sente di essere finito in una sorta di girone infernale. Eppure quello delle dipendenze è un problema che riguarda le giovani generazioni, i figli di Gorizia, molti diventati negli anni padri e nonni, molti non arrivati a essere né l’uno né l’altro.
Ecco, questo disinteresse nei confronti di chi ogni giorno si fa, questo approccio sempre moralistico, che rifugge la complessità del problema, questo non voler guardare, questa impotenza appresa che ci toglie anche le parole, che ci fa preferire il silenzio, è una sconfitta che quasi cinquant’anni di politiche disastrose sul tema si portano dietro. Sempre più diffuse, sempre più dannose, sempre prima tra noi, le droghe e l’alcol, la distinzione è solo per far capire quanto l’alcol sia pericoloso, raccontano la società in cui viviamo, la città in cui viviamo, molto meglio di tanti altri indicatori economici. E non ne usciamo bene, per niente. Almeno avessimo il coraggio di parlarne, anziché proporre l’ennesima telecamera che guarda al posto nostro e ci asciuga la coscienza. Andrea Picco
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