Da giorni ormai non si fa altro che parlare del progetto di riqualificazione del marcato di Gorizia, anche se sarebbe meglio definirlo un progetto di trasformazione.
Mi piacerebbe si andasse oltre al giudizio sul progetto, sia esso qualificato o meno, lasciando ai cosiddetti esperti le valutazioni sulla sua opportunità all’interno del centro di Gorizia, e soprattutto sulla sua sostenibilità.
Il punto, in questo caso, è veramente un altro. Cosa rappresenta il mercato per ognuno di noi? Si tratta di un luogo che appartiene alla collettività?
Per me il mercato è in primis frutta e verdura di qualità: avete presente la soddisfazione di un pomodoro che sa di pomodoro, di una zucchina che sa di zucchina? Ma non basta. Per me il mercato è la tradizione di andarci, la comodità di poter aver la spesa recapitata a casa perché si è instaurato un rapporto di amicizia con il venditore, la fiducia nel dirgli “ti pago la prossima settimana”.
Una parola: relazioni di fiducia con chi sta al banco, chiacchierate mentre si fa la spesa e salvaguardia della salute portando a tavola un prodotto buono e genuino.
Provateci voi ad andare nella grande distribuzione e dire alla cassiera: “mi mancano 5 euro, te li porto domani”. Oppure chiederle: “secondo lei come sono le melanzane?”. E “come mi consiglia di prepararle?”. Provateci, tanto per vedere l’effetto che fa.
Bene, tutto ciò di cui ho parlato non deve andare perso. Ciò non significa che altri progetti non possano o debbano essere portati avanti, ci mancherebbe!
Ciò che chiedo e credo chiedano anche molti cittadini goriziani è che ciò che c’è e funziona venga preservato: gli attuali venditori dove andranno? L’affitto che pagano sarà mantenuto anche in altri luoghi? Per una volta si cercherà di salvare ciò che di buono abbiamo?
Poi, per quanto mi riguarda, sorgano pure negozi, realtà private che portano in città chef, ristoranti stellati, materie prime “di lusso”, seminari, convegni, e chi più ne ha più ne metta, purchè poi riescano effettivamente a stare sul mercato, requisito imprescindibile per ogni realtà imprenditoriale.
Ciò che temo, alla luce di ciò che ho letto e sentito, è che si sia già deciso: la Camera di Commercio finanzia e decide, gli attuali venditori del mercato mangiano la minestra o saltano dalla finestra. Molto probabilmente la seconda delle due.
Vi sta bene goriziani? Eleonora Sartori
Che le zucchine sappiano di zucchine sarebbe già buono! Comunque non sarei troppo convinto che il mercato adesso funzioni. Bisognerebbe vedere i dati e non parlare per sensazioni. Il resto è condivisibile
È vero. Non ho dati scientifici ma a uno sguardo attento mi sembra una delle poche zone di Gorizia in cui c’è sempre traffico di persone.
Basterebbe poco.
Quello che non capisco è perché bisogna puntare su progetti roboanti, spendere una vagonata di soldi per fare cose che oggettivamente non stanno sul mercato per ottenere il nulla.
Basterebbe banalmente vedere cosa stanno facendo i nostri vicini di casa nella valle dell’Isonzo, sul Carso, e nella valle del Vipacco: in molti casi basta una pagina Instagram e sistemare quello che già c’è (vedi Pot Mirù).
Qui c’è bisogno di ascensori, ristoranti stellati, colate di cemento, ma le iniziative private che hanno funzionato e stanno funzionando con poca spesa non vengono nemmeno prese in considerazione (vedi i 2 locali del borgo e quello posto sulla riva del castello).
Invece del Mercado de Madrid potrebbero prendere ad esempio quello di San Telmo di Buenos Aires: uno dei posti più turistici della capitale argentina e che non è molto diverso dall’ attuale mercato coperto con negozi di frutta e verdura e negozietti di antiquariato.
Io posseggo ancora 2 appartamenti a Gorizia che affitto short term su AirBnb, e la maggior parte dei clienti con cui ho a che fare vengono quasi tutti per visitare la Slovenia e capitano a Gorizia quasi per caso; tanto è vero che sto cercando un immobile da acquistare nella valle dell’Isonzo da destinare ad uso turistico e come seconda casa per me, prima che quel luogo diventi come le valli de Trentino ed i prezzi salgano alle stelle.
L’unica cosa che funziona e che genera un po’ di indotto sul turismo è la film commission, che almeno ci fa un po’ di pubblicità.
E pensare che basterebbe così poco per valorizzare la nostra (ormai non più mia) bella città, senza spendere troppo e senza deturpare il paesaggio….
Di fare un ragionamento serio sul turismo, capire come sono cambiati gli stili di vita i trend, ragionare sui vari segmenti di mercato che Gorizia potrebbe attrarre (il turismo enogastronomico è soltanto una piccola parte, e che dovrebbe essere veramente tipico, non con un cazz… di Eataly che alla fine è uguale a Gorizia, come a New Delhi come a New York….) non se ne parla
Vabbè…. dovranno distribuire bustarelle agli amici.
Condivido al 100 per 100
Sarà capitato a molti che quando andiamo in gita a visitare capitali , città note e meno note, in ogni posto troviamo mercati popolari, mantenuti fisicamente com’erano stati costruiti. Li andiamo a cercare e visitare perché c’è il contatto con le persone, le voci, i sapori e le cose dove si percepisce la vita giornaliera popolare specifica del luogo, con i loro abitanti. Quindi, no a stravolgimenti strutturali, rendere l’attuale mercato semplicemente decoroso , sistemare la climatizzazione, i servizi pubblici ecc..,
Le nuove proposte di attività, ben vengano, con soluzioni che si inseriscono o adiacenti (storico-nuovo), delicatamente, p.es. portare l’attività di “campagna amica” evitando attività e cose eguali che si trovano in qualunque paese. Sono d’accordo per una petizione di mantenere in capo al nostro Comune di Gorizia la gestione. bg