Ho per le mani la relazione fatta dai tecnici del comune per quello spreco di soldi pubblici europei – non che cambi da dove vengono, finiscono comunque nel cesso- denominata ora “casa della salute della donna”.
Ai goriziani dice qualcosa in più forse il vecchio nome: casa del parto. Fu, usiamolo ‘sto passato remoto per dire quanto è passato, l’invenzione di un disperato Romoli per placare le ire dei cittadini che volevano nascere a Gorizia. I fedeli, capitanati da Brancaleon da Sant’Anna, volevano la testa di Tondo prima e soprattutto di Serraccchiani poi, in un memorabile consiglio comunale di qualche anno fa.
Orbene, e qui chiudo l’excursus e vengo al qui ed ora, finita l’era di Debora, a Gorizia i parti stanno comunque a zero anche con la Lega, e la casa del parto magicamente si trasforma in casa della salute della donna. Come a dire scordatevi di avere il – mitico – PUNTO NASCITA. Nascete a Monfalcone, PUNTO.
Ora, questa casa della salute della donna. E dalla relazione uno bestemmia in alemanno e in goto. La relazione lo dice chiaramente: non si può fare, PUNTO. A MENO CHE… A meno che non si agisca in deroga. In deroga. In deroga, cazzo. In deroga. In Italia si può fare tutto in deroga. Basta votarla. E la destra la voterà. L’ennesima porcheria. Costerà il triplo di quanto doveva costare, non servirà a nulla, ma tanto chi se ne fotte: puerpere, avrete una nuova piscina, un’altra, e poi ai primi segnali via, di corsa a Monfalcone. 2 milioni e 400mila abbracci a tutti. Andrea Picco
Rispondi