Rosso diretto a uno che di calcio ne ha masticato parecchio, come il consigliere Ciotta. “No se scherza con Jesus”, diceva John Turturro nel Grande lebowski. E Rudy, quando fa il cattivo, fa il cattivo veramente, anche senza la tutina viola.
Chissà che paura avrà preso Ciotta, messo fuori rosa da Bini, non Graziano, quello era libero, ma S. Emidìo, tanto si crede l’assessore regionale. Strana parabola, quella di progetto FVG a Gorizia: in due anni, da zero a cinque Consiglieri e ritorno, con un assessore perso e uno, Tripani, congelato in attesa di tempi migliori all’interno di una maggioranza in cui neanche Ziberna va d’accordo con se stesso.
Della formazione di partenza, in Consiglio, ormai Zotti Ferrari Stasi e, dopo gli insulti dell’ultimo Consiglio, presumo anche Roldo si sono messi fuori squadra. Ora, conoscendo un briciolo Ciotta, la cosa peggiore è sfidarlo, dandogli in mano la spada di Damocle del voto che può fare cadere la baracca, visto che 25 – 5 fa 20 anche per Ziberna.
A meno che gli aiuti dall’opposizione non continuino ad arrivare, quindi, la situazione per l’attuale amministrazione si fa dura, anche perché il soccorso dai banchi di minoranza necessita di voto, l’astensione non basta più come si è visto sul consorzio universitario.
Tutto questo bel quadretto con una città che necessiterebbe invece di una guida serena, capace, non distratta dal disperato rincorrere a suon di promesse i numeri necessari a far sopravvivere una coalizione che ormai a turno si coalizza solo contro il bersaglio più grosso. Ziberna, la sua politica fatta solo di gestione del potere per salvare solo se stesso, la sua idea che per amministrare basti essere simpatico al bancone del bar e offrire un giro, stanno presentando il conto. Salatissimo, per una città in lockdown politico da tre anni a questa parte, con un Sindaco da cui piano piano tutti prendono le distanze, per non restare incastrati nel suo abbraccio mortale. Andrea Picco
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