Legalizziamo Gorizia manifesta l’augurio di buon lavoro al figlio dell’assessore Romano, neodirigente in Comune, settore polizia municipale. Contesta ragioni di opportunità, il buon Zotti, e sembra che traspaia un toh, che caso, ha vinto proprio lui. Regolare concorso, il migliore, dice la mamma, poteva andare a Udine ma ha scelto Gorizia, bla bla bla bla.
È un repete in salsa welfare di quanto accaduto in castello: tutto regolare anche lì, o quasi. Quasi perché come fatto emergere dal consigliere Gaggioli, c’è la concessione di un’area di verde pubblico, vietata da regolamento. Opportunità, dunque, per non farsi nemmeno sfiorare dal sospetto che… che poi è quello che guardando i manifesti di Zotti viene in mente vogliano dire.
Il Sacro Romano Impero dà comunque segni visibili di decadenza già da un po’, dopo tredici anni e mezzo di dominio indiscusso. Un attacco del genere da parte del fuoco “amico”, in era Romoli sarebbe stato inconcepibile. Neanche quando salì sul palco delle tartarughe spiaggiatesi da tutta Italia in Parco della Rimembranza e le definì la meglio gioventù, per dirne una, fu rimossa dal suo regno del welfare cittadino.
Da tre anni a questa parte chiedo di sapere per esempio come spenda ogni anno i 300mila euro di utili che le regalano le farmacie comunali. Non c’è uno straccio di progetto, due righe scritte da qualche parte, che ci dicano come vengano impiegati quei soldi che finiscono direttamente al suo assessorato. Da quando ci sono io è già un milione di euro, lei ha anche i 10 anni precedenti a botte di duecentomila, trecentomila, quando va male centocinquantamila euro l’anno da gestire come meglio le aggrada. Nessuno sa come.
Questo è il vero scandalo. Come è stata scandalosa la gestione del lockdown per quanto riguarda i lavoratori dei servizi educativi, i cui stipendi hanno finanziato i centri estivi assieme alle rette per gli scuolabus che le famiglie goriziane hanno versato ad inizio anno, che non sono state rimborsate e sono finite nel capitolo centri estivi.
Come non si sa dove saranno messi i 70mila euro che lo stato ha dato per i centri estivi stessi, la cui spesa è stata totalmente coperta dallo storno dell’appalto sui servizi educativi, tradotto dai soldi delle paghe degli educatori.
Come è scandaloso il cambio di rotta sulla “casa del parto”, progetto che lei ha seguito dall’inizio e che nelle intenzioni di Romoli doveva placare le ire dei goriziani che non potevano più nascere a Gorizia, trasformata in casa della salute della donna, dove a nascere manco pensarci.
Ho citato solo l’attualità, gli ultimi sei mesi. Strano armadio, per una signora. È ora di fare il cambio di stagione. Andrea Picco
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