Nell’educazione femminil-siberiana anni ‘50 a Gorizia le parolacce per le femmine erano: scemo, stupidino, cretinetti, idiota; mona escluso perché richiamava il sesso. La parolaccia era consentita invece ai maschi che potevano anche dire ziobel, ziobon, vivamente sconsigliate alle donne, come fumare per strada, accavallare le gambe, leccare il gelato.
Ci sono voluti trent’anni perchè nella testa dei genitori si affacciasse l’idea che uomini e donne sono uguali e le madri alla fine erano contente. Dunque dire che la bestemmia è più brutta in bocca della donna è come dire che l’uomo che spinge il passeggino è gay. Nel caso di specie la consigliera Serenella Ferrari si è scusata, spero con il pubblico che seguiva il consiglio, non certo con i consiglieri che tra parolacce come merda e bastardi, saluti romani, suoni che ricordano funzioni corporali, apprezzamenti sul sedere delle consigliere, non hanno titolo di scandalizzarsi di alcunchè, né hanno mai chiesto scusa.
Ricordo che nostro signore ha avuto parole di conforto per la Maddalena e anche per il ladrone crocifisso e ha cacciato i mercanti dal tempio a suon di scudisciate.
Dunque, nel nostro piccolo, chi vuole alienare beni pubblici, buttare via soldi di tutti noi per opere che non servono a nulla e non verranno mai fatte, racconta bugie non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù e quando muore andrà giù giù. Anna Di Gianantonio
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