Tramite “Il Goriziano”, abbiamo letto delle dichiarazioni del sindaco di Nova Gorica circa le problematiche dei casinò della HIT (LINK), di cui il Comune stesso è uno degli “azionisti” (e con i proventi finanzia opere pubbliche): ci sono, leggiamo, 1500 dipendenti a casa, vista la chiusura dei casinò per fronteggiare l’epidemia da Covid-19, ma la perdita economica reale ad ora non è enorme come quella immaginata.
Quello che ci lascia veramente basiti è ciò che il sindaco Miklavic sostiene andrà fatto in futuro, cioè “[…] parallelamente è necessario lavorare in altre aree, su buoni rapporti con la vicina Italia, con la regione Friuli Venezia Giulia. Il coordinamento tra governi influisce anche sulla rapidità con cui gli ospiti italiani torneranno da noi.”
Questo ci ha fatto molto riflettere, su vari piani. In primis, ci è venuto spontaneo fare un paralellismo, estremo forse, ma reale assai: i casinò, così come industrie tipo Ilva, generano malattia. Non si può né deve puntare il dito sui lavoratori di queste industrie, perché il lavoro è lavoro, ma sul sistema che le sostiene invece di pensare ad una loro SANA riconversione sì.
Non ci dimostra proprio questa esperienza del Covid che arriva un momento in cui la libertà individuale va sacrificata per quelle che sono le ricadute sulla collettività?
La Costituzione italiana stabilisce proprio che l’impresa deve essere orientata al bene collettivo e, non conoscendo i principi di quella slovena, ci siamo chiesti: lo Stato, ma anche il Comune, deve essere etico?
Tutti conosciamo le conseguenze dei comportamenti che i casinò generano: anche qui, non vogliamo cadere nella stigmatizzazione o criminalizzazione delle persone. Non lo facciamo per l’uso di sostanze e tanto meno per il gioco d’azzardo, ma anche qui il parallellismo è evidente anche ai non addetti ai lavori: alla base di entrambi c’è un sistema malato, e anche criminale, che genera comportamenti nelle persone, che producono dipendenza e tutto ciò che ne consegue (a livello individuale, famigliare e collettivo).
Ora che i casinò sono chiusi, questa economia malata che genera tanti drammi è in crisi, e a risentirne ora è anche l’intera zona slovena: 1500 posti di lavoro sono tantissimi e il problema ora si è esteso anche a chi è rimasto a casa.
Siamo convinti che sia proprio questa l’occasione da prendere al volo per cambiare le carte in tavola e pensare ad un territorio unico che STA BENE, nell’ottica della salute di tutti e tutte, senza distinzione di nazionalità.
Noi ci siamo, mi smo tu, per pensare assieme, skupaj, ad una nuovo futuro, dove i casinò non esisteranno più in quanto tali ma 1500 persone potranno continuare a lavorare e a vivere, non più sulla pelle di chi appena riceve lo stipendio (se è fortunato ad averlo) se lo gioca e lo perde, perché quando il Covid passerà, o il vaccino sarà disponibile e funzionerà, le persone saranno ancora più allo stremo economicamente… e non ci sembra tanto etico pensarle ritornare a investire tutte le speranze nel gioco. Forum Gorizia
L’amico Klemen ha delle responsabilità di governo che gestisce come può, rappresentando gli interessi dei propri elettori, cosa che voialtri fate di tutto per non avere. Non siete sullo stesso piano, anche se avete gioito della sua vittoria. Non basta la retorica, per fare politica transfrontaliera (per fare politica in generale), bisogna anche conoscere i territori e la loro situazione economica. Scusate l’acidità ma mi rattrista vedere la formazione col miglior programma alle passate elezioni che va giù di populismo, senza analisi, senza reale comprensione della situazione.