Quando si decise di fare l’ascensore al Castello il Forum si impegnò a raccogliere firme per impedire un lavoro che, come la storia ha dimostrato, era costoso, ingestibile, uno sfregio alla collina, economicamente insostenibile e impattante. Oltre alle firme facemmo conoscere i progetti e chiedemmo di fare un referendum popolare, che venne bocciato dal comitato dei garanti fatto da persone legate al Comune.
I risultati si vedono oggi: soldi pubblici buttati al vento e danno ambientale per un manufatto di cui non si vede la fine. Già allora parlammo del dovere di consultare i goriziani per opere che li riguardavano direttamente, perché la città è di chi ci abita, paga le tasse e ha diritto a decidere su lavori importanti, come la galleria Bombi, il mercato, il Corso che stravolgono l’immagine della città.
Adesso siamo come vent’anni fa. Si decide di modificare il Corso con il senso unico e molte persone, al di là della politica, sono contrarie. Cosa pensa di fare l’amministrazione? Di continuare con dirette Facebook in cui si magnifica il progetto oppure sottoponendo la sua idea ad una pubblica discussione e a un referendum?
I goriziani sono stanchi di essere trattati con il paternalismo bonario di chi ti chiede di pagare le tasse che si era impegnato a diminuire, ma non ti chiede mai se la sua agenda di priorità dei lavori pubblici corrisponda ai bisogni dei cittadini. Anna Di Gianantonio
(Al netto dell’impianto di risalita al castello).
Figli di un dio minore.
Non si è interpellato nessuno quando una parte di via del Seminario è diventata a senso unico. Lo stesso per via Parcar, per via Mameli, per parte di via dei Rabatta che, per inciso, dov’è il doppio senso, la carreggiata in qualche tratto è più stretta di quella a senso unico, per citane alcune.
E’ indubbio che il corso è l’arteria principale della città e risulta fastidioso il senso unico, ma, per le vie sopraccitate, nessuno ha mai pensato alla strada che deve fare in più chi usa la bici? I ciclisti sono figli di un dio minore?
L’evidenza di come viene posta poca o approssimata attenzione al ciclista, la si trova su come era stata fatta la ristrutturazione dei marciapiedi del Corso, da via Mameli a via Diaz. Sulla ciclabile sono stati collocati lampioni stradali, il cordolo del marciapiede comprende la larghezza della pista, all’incrocio via Mameli – via Santa Chiara non viene facilitata la discesa – la salita e l’attraversamento dello stesso.
Poi è stata tolta nel tratto principale del corso, dopo aver messo i pittogrammi, tra l’altro, difficilmente eliminabili; quindi, nel tratto successivo, già nella fase dei lavori, non si evidenziava la discontinuità tra lo spazio riservato ai pedoni e quello ai ciclisti (questo forse era già un segnale); le intersezioni, con le altre vie, hanno uno scalino.
Infine la richiesta accolta, in era pre – Covid, di utilizzare lo spazio davanti agli esercizi commerciali e, di fatto, negare la ciclabile, già approvata e finanziata nel progetto.
L’unico spazio, in extremis, forse grazie anche all’attuale modifica ed integrazioni del Codice della Strada, rimaneva la strada. Discutibile quanto si vuole, ma da qualche parte doveva essere realizzata.
Tra l’altro, il senso unico in corso, era già in previsione al tempo dalla giunta Brancati.
Inoltre lo stato delle ciclabili goriziane è penoso, e fino ad ora non si è fatto nulla, ma solo dimenticate, cancellate, criticate, giudicate pericolose, insomma odiate, forse perché tolgono spazio a chi ne ha avuto fin troppo.
Il problema non è il senso unico in corso, ma la necessità di redistribuire gli spazi, favorire l’uso della bici, non quello esagerato dell’auto, e sarà compito della prossima Amministrazione fare in modo che Gorizia diventi una città anche a misura di ciclista e a beneficio dell’Ambiente (… anche noi).
Nevio Costanzo
Anch’io come tanti goriziani e goriziane faccio largo uso della bici perché oggettivamente è il modo più agevole (oltre che salutare) per spostarsi in città. Concordo con quanto espresso da Nevio Costanzo. L’attuale amministrazione è completamente cieca di fronte alle esigenze dei ciclisti, i percorsi che dobbiamo seguire sono pieni di pericoli e di questo l’attuale sindaco non se ne è mai occupato, anzi ha ritenuto giusto uscire ogni tanto sui giornali per lamentarsi della nostra presunta indisciplina e del disturbo che noi arrecheremmo al traffico e al lavoro dei locali che occupano i marciapiedi. Veramente non ne posso più e spero in una nuova amministrazione, con persone nuove, più attente ai bisogni, all’incolumità e alla salute dei cittadini.
Daniela Careddu