Il declino dell’impero americano è tutto nel vichingo con bandiera a stelle e strisce, robe che ultimamente fai fatica a vedere anche a Pontida. Manca l’audio dell’inno intonato a suon di rutti, ma spunterà prima o poi anche quello.
Abituati come siamo a vederla rappresentata da cecchini sui tetti, SWAT, centinaia di auto della polizia a inseguire Jake e Elwood Blues, eroi che sventano da soli attentati ai POTUS, vedere il dietro le quinte della Great America, senza effetti speciali, fa talmente pena che non si riesce nemmeno a prenderli sul serio.
Ma come, gli esportatori di democrazia, quelli che di solito i colpi di stato li organizzano in amene località latinoamericane o africane, si fanno beccare in their backyard con la pistola fumante di quattro scappati di casa – ma come ti sei conciato? Ho messo le prime cose che ho trovato – che entrano nel posto più sicuro al mondo – Buongiorno, siamo quelli che devono cantare l’inno a rutti. Prego, vi faccio strada – che fanno touchdown, homerun, slamdunk armati solo dei loro peli?
E dov’erano i marines? L’esercito, dov’era? I riservisti, la guardia nazionale, i veterani, dov’erano? Lo scudo spaziale, i top gun, i top gun cazzo, come possiamo dimenticarci i top gun! Che brutto film, del resto anche nonno Clint ha novant’anni. CNN, NBC, FOX, SKY, riposizionate le telecamere. Fateci vedere Trump truccato, col fondotinta su e i capelli tinti, tornare ad essere i turisti della grande democrazia americana, the Laaand of the freeeeeee, vai inizia gli applausi, and the home, alza alza, of the braaaaaave. Burp. Andrea Picco
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