Nervosetto, il nostro. Diciamo che non suona proprio la lira, mentre la città brucia. Anzi, ha vene del collo tese come corde di violino e grosse due dita delle sue.
La domanda è: è ancora in grado di amministrare la città, uno che sbrocca ogni quarto d’ora? Uno che rincorre sui social accaventiquattro i commenti a lui avversi, è concentrato su se stesso e sul suo culo o sul bene della città?
Solo, assediato dai dubbi, col fantasma del paragone con Romoli che lo viene a trovare in ogni istante, in paranoia perché vede nemici dappertutto, può scegliere serenamente per il bene di tutti noi?
Gli resta solo il Piccolo, che pazientemente assiste al capezzale. E il problema è che sbrocca sul piano politico, non perché attaccato magari su qualcosa di poco chiaro dal punto di vista legale. Tutto legittimo, quel che fa. E allora perché arrabbiarsi tanto? Qual è il problema vero, la vera ferita politica che sanguina?
Oggi quattro consiglieri della maggioranza lo abbandonano. La città col senso unico in corso ha trovato il casus per dirgli che è un incapace, incapacità che ha radici lontane. Gli spritz e i ciao ragazzo non bastano più.
Logico che veda questa storia dell’indennità a cui poteva rinunciare come la mazzata agli occhi dell’opinione pubblica. Fosse stato lucido avrebbe risposto in altro modo. Così, dà ragione a chi ne svela l’ipocrisia. Per il bene suo, e della città, andrebbe accompagnato alla porta, spegnendo definitivamente la luce. Andrea Picco
Ciclabili, un tabù?
L’improvvisa sensibilità dell’attuale Giunta comunale verso le ciclabili, con l’istituzione del senso unico in corso Italia, che, per chi non lo abbia percepito, sono state estromesse dalla sede cui progettualmente erano previste e, di conseguenza, da qualche parte dovevano esser realizzate, porta ad una sola considerazione: perché adesso? Cosa ha spinto questo tardivo ravvedimento quando, fino ad ora, non è stato speso un euro per rimodernare quelle esistenti e completare la rete, piuttosto a cancellarle e pensando solamente a realizzare parcheggi su parcheggi?
Il dibattito in corso, è il caso di scriverlo, ha un solo bersaglio: la ciclabile, o, genericamente le ciclabili. Questo tema diventerà un tabù nei programmi delle liste elettorali che si sfideranno alle prossime elezioni comunali, in quanto rappresentativo di un tema politicamente sensibile ai goriziani?
Eppure, sempre più cittadini utilizzano la bici e molti altri la vorrebbero usare ma, causa la carenza di ciclabili, non collegate, evitano di usarla, privilegiando l’auto privata.
Questo tema, invece, dovrebbe rappresentare il nuovo modo di restituire democraticamente gli spazi urbani, che a tutt’oggi sono a favore del mezzo privato. Si è consapevoli di quanto spazio, inquinamento, usura della strada e costi di manutenzione, porta il favorire solo questa modalità di spostamento in una cittadina come Gorizia dove in 15 minuti ci si sposta qualsiasi luogo?
Non dovrebbe essere la/le ciclabili l’argomento tabù, anzi il contrario, causa l’inettitudine di non aver mai voluto tirare fuori dal cassetto il vecchio Piano del traffico, con le sue declinazioni, per aggiornarlo in funzione della mobilità sostenibile.
Nevio Costanzo