Galleria Bombi resterà ciclopedonale, questa settimana. La prossima magari cambiano idea, ma intanto parrebbe così, il condizionale è d’obbligo, con questa amministrazione.
È un ottimo esercizio, però, andarsi a rileggere le balle sfornate “prima”, per giustificare l’ennesimo annuncio poi mai realizzato. Sulla Bombi aperta al traffico veicolare, il nostro “Bombi” si esprimeva così, nel 2018:
Questo è solo il preludio a un progetto più ampio, che vogliamo progettare quest’anno e realizzare il prossimo: riaprire una vera e propria strada in piazza della Vittoria e altre importanti parti della città come ad esempio via Carducci. Al momento si tratta di porzioni trascurate, e attraverso questa strada crediamo potranno essere vivacizzate. Il prossimo anno sostituiremo anche l’impianto semaforico all’incrocio tra via Terza Armata e via Vittorio Veneto con una piccola rotonda. In questo modo tutto il traffico veicolare da Udine attraverso la nuova 56 bis ma anche dall’autostrada, dal Vallone e da Trieste, potrà entrare nel centro della città senza dover attraversare tutte le vie della città.
In realtà, come dichiarato anche dal Sindaco in consiglio comunale, sembrava ci fosse una cordata di fantomatici imprenditori lombardi che avevano messo gli occhi su palazzo Paternolli, ma “conditio sine qua non” per mettere i dané pare fosse poter arrivare con le auto fin lì. E quindi, cosa fai? Gli apri la strada, al cumenda, ovvio.
Evidentemente l’interesse è scemato, e quindi niente auto in galleria. Nel frattempo, studio di fattibilità assegnato al solito studio di Udine, più di 30mila euro: puff. Adesso, un altro studio di fattibilità e anche di verifica della stabilità della galleria. Sai com’è, ci pesa sopra una montagna e le crepe dentro dovute alle infiltrazioni non sono per niente tranquillizzanti. Manca anche che viene giù il castello, con l’ascensore che si trasforma in tapis roulant. Andrea Picco
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