2016, novembre, Kulturni dom. Abbiamo appena finito la presentazione della mia candidatura a sindaco. Salgo le scale e un signore coi capelli tutti bianchi tenuti in una lunga coda mi abbraccia vigorosamente e mi dice noi ci siamo, per qualsiasi cosa. È così che ho conosciuto Giorgio, e devo dire che è stato di parola, finché ha avuto la forza.
Era Rockenrol, come piaceva dire a lui. E c’era, dando il suo contributo. Cosa serve? microfoni, casse, musica? Eccomi qua. Serve esserci nelle battaglie? Eccomi qua. Serve esserci in consiglio comunale? Serve indignarsi, metterci la faccia per le porcherie che fanno? Eccomi qua. Serve essere in sede per far dormire i ragazzi quando ha chiuso il bunker della Caritas? Eccomi qua. O in galleria? Eccomi qua. Serve dar na man? Eccomi qua.
Lui, e la Tigre, come la chiamava lui. E poi l’impegno praticamente quotidiano a San Rocco, con don Ruggero. Era buono, Giorgio, non mi viene in mente un’altra parola. Un abbraccio grande a tutti i suoi cari. Il leone si è addormentato. Abbassiamo un po’ la musica, ma non troppo, perché lui vorrebbe così. Hey Hey, my my, rock’n roll will never die. Andrea Picco
Rispondi