La metafora del paese sta tutta nel carrarmato che centra il pollaio. Una catena di comando contraddittoria e noi, i polli d’allevamento bombardati di notizie mai verificabili.
Per far fronte alla pandemia, noi a capo di tutto ci abbiamo messo un generale, non a caso. Avevo detto trenta gradi sud, non nord, è un attimo che tiri giù un pollaio. Avevo detto che è sicuro, poi che non lo è, poi che lo è di nuovo, è un attimo che nessuno si vaccina più. Analogo discorso per chi governa regione e comune, con questo piglio da Commander in chief, in Friuli e a Gorizia – da dove volevi che venisse, il carrarmato stordito…- Fedriga può vantare la peggiore regione d’Italia per contagi, Ziberna – che da quando l’epidemia è arrivata in città non ci aggiorna più sui casi, chissà perché – sul mercato coperto cambia idea ogni 12 ore, mandando in confusione anche il fedelissimo quotidiano locale.
Intanto passano i mesi e non si capisce dove si va. La situazione è drammatica ma non seria, verrebbe da dire. Fuor di metafora e allargando un po’ il discorso, poi, che senso ha che ci siano soldatini che giocano alla guerra nei dintorni dei pollai? Quanto denaro buttiamo per addestrare e mantenere un esercito che tira giù un pollaio senza neanche accorgersi? Tutti sti signorsì acritici, per cui anche se capisci che ti stanno facendo fare una stronzata la fai comunque perché gli ordini non si discutono, a cosa servono? A scavar buche al mattino e riempirle il pomeriggio per tenere alto il morale della truppa?
Sono miliardi di euro che se ne vanno per alzare la bandiera alla mattina, cantare l’inno e poi aspettare che il nemico bussi alle porte. Con gli americani in casa ad Aviano, che tirano giù le funivie perché si annoiano, dormiamo su un letto di testate nucleari. Mi sentirei più sicuro con un esercito di hacker che con uno di fanti. Se tanto mi dà tanto il tiro sbagliato di ieri potrebbe andar molto peggio domani. Meglio una riduzione drastica delle spese militari o il voto ai sedicenni? Io non avrei dubbi. Andrea Picco
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