A due giorni dall’attacco di Gentile a Ziberna, oggi arriva la botta finale della Camera di Commercio, che si finge stupita del dietrofront sul mercato coperto, visto l’entusiasmo con cui il Sindaco aveva accolto il progetto. Botta finale che spiega molte cose, compreso chi avesse mosso la gentil manina sul foglio dell’ordine del giorno del capogruppo della maggioranza.
Ziberna l’aveva messa lì, tra un delirio e l’altro, che il suo prode capogruppo stesse piantando le banderillas per conto terzi, e oggi a matarlo infatti entra in scena la Camera di Commercio.
Breve cronistoria della nascita dell’ordine del giorno di Gentile: appare dal nulla il 30 dicembre se non addirittura il 31, data quantomeno strana, e casualmente coincidente con la scadenza posta al comune per l’adesione al progetto della camera di commercio sulla ristrutturazione del mercato coperto.
Altrettanto casualmente, il Sindaco butta lì nel suo discorso di risposta martedì che il progetto non si farà. Oggi sul giornale la risposta della Camera di Commercio. Ovviamente, Gentile non porta il suo ordine del giorno fino al voto, che avrebbe fissato per Ziberna l’appuntamento con le dimissioni. Fino a quel momento, infatti persino Fratelli d’Italia si era schierata per l’astensione, lasciando di fatto solo la Lega a fianco del Sindaco. Su 25 consiglieri, facendola larga Ziberna poteva contarne 10 a suo favore. Non si è votato, quindi, ma è come se, perché il messaggio a Rudy dei miracoli è chiaro: addio.
L’ordine del giorno è quindi il messaggio chiaro che Ziberna non sarà il candidato della destra alle prossime elezioni. Gentile gli ha snocciolato tutti i suoi fallimenti, e non finiva più. Noi lo diciamo da tre anni e mezzo, lui ha avuto il via libera da chi ha in mano i soldi della città solo adesso.
Stupisce che uno come lui si lasci dileggiare politicamente dal suo portaborse, ma ormai il tiro a Ziberna è uno sport più in voga nella maggioranza che nell’opposizione. Manca un anno e ci sarà la corsa a mettersi il più lontano possibile da lui: manca mai che li vedano in qualche foto mentre bevono con lui al bar. Un anno così, con la maggioranza minoritaria a governare la città. Che cade a pezzi, specchio fedele della sua classe dirigente: quindici anni di seguito con gli stessi a costruire il disastro di oggi, con lo spritz in mano. Andrea Picco
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