Non c’è nessun doppio senso nel mio voto di astensione sulla mozione del senso unico. Semplicemente non condivido le richieste che la mozione prevedeva, e non sono favorevole al senso unico.
Siccome la mia posizione, che ho spiegato nel mio intervento, non era prevista da nessuna delle due opzioni, il si e il no, mi sono astenuto. Nell’ intervento durante il consiglio comunale invece ho detto che l’unica cosa buona che ha portato questa soluzione è stata quella di portare la ciclabile sulla strada, ma che è un intervento a spot, figlio di esigenze di capitolato e non di una visione diversa della mobilità che questa amministrazione non ha, altrimenti avrebbe prima messo mano al piano del traffico.
La novità sta dunque per me nella ciclabile sulla strada, che pone la bici allo stesso livello degli altri mezzi di trasporto. Ho detto che questa sarebbe stata l’occasione per osare, togliendo le auto dal centro attraverso un potenziamento straordinario dei mezzi pubblici, proponendo una città in cui ci si sposta a piedi, in bici e appunto con un sistema pubblico efficientissimo, che attualmente non esiste ma che dovrebbe essere una priorità. Dare al servizio pubblico la priorità è una scelta politica, che è esattamente il contrario dell’agnosticismo ziberniano. Scelta che ci proietterebbe nel futuro, e che in altre parti d’ Italia e in Europa è la normalità.
Ho anche fatto un’analogia con la legge sul sul divieto di fumo nei locali pubblici, decisione che sembrava catastrofica e che adesso è normale, ma che ha permesso un cambiamento epocale, ovvero l’adozione da parte di tutti di un diverso stile di vita. La ciclabile sulla strada come primo passo per non considerare più l’auto il fulcro della mobilità. E a rafforzare concetto che sia una decisione politica, ho portato ad esempio città come Barcellona, un milione e seicentomila abitanti, che avrà tutto il centro pedonale, entro il 2030, o Oslo, seicentomila abitanti, in cui si può muoversi solo a piedi, in bici, o con i mezzi pubblici.
I mezzi pubblici sono dunque uno dei pilastri della mobilità che immagino per Gorizia, che ha trentatremila abitanti, meno di un quartiere di Barcellona. Per questi motivi non mi sembrava giusto votare sì alla mozione. Il tempo per un nuovo piano del traffico non c’è, il punto sul referendum inoltre non era attualmente attuabile, scusate il gioco di parole – visto che ripristinare la situazione precedente di fatto toglieva la ciclabile dalla strada, ma nemmeno votare no, perché avrebbe significato essere d’accordo con chi ha proposto questa modifica a senso unico, che a me non piace.
L’astensione non è quindi per non schierarsi, ma per preservare una coerenza con quanto penso non tanto e non solo io, ma con quanto pensa il Forum, sulla mobilità futura della città. Andrea Picco
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