Concludo con una frase di Voltaire: non sono d’accordo…
“Non è di Voltaire, sindaco. Non è di Voltaire”
“Ecco allora mi interrompe”
“Le dico solo che la frase non è di Voltaire”
“Comunque adesso non me la ricordo e chiudo qui”.
Ha chiuso lucidamente, come sempre. Undici minuti di un livello se possibile ancora più basso del solito, tipo il livello raggiunto con la cittadinanza onoraria alla Segre. In cui, per giustificare il suo no al patrocinio al Pride di settembre, mancava solo omofobo io? Ma se ho anche amici gay.
Vi risparmio le perle sul ddl Zan – vogliono spingere i nostri figli di sette anni a una trasformazione antropologica, a diventare trans.
Undici minuti di terrapiattismo del pensiero, del nulla cosmico che alberga nel pensiero filosofico dell’uomo e che ne determina poi l’azione politica che è sotto gli occhi di tutti.
È stato talmente convincente, che per non fare discutere la mozione – chissà come mai questi di destra non vogliono parlare di diritti della persona, di omosessualità, di discriminazione – si sono aggrappati, pare per la prima volta nella storia del consiglio comunale visto che non c’erano precedenti a memoria di chi è lì da un quarto di secolo, a una mozione sospensiva: in pratica chiederanno “a un esperto” se è ammissibile che il consiglio comunale chieda al sindaco di patrocinare un evento.
Ho presentato questa mozione il 9 maggio, adesso andiamo tutti in ferie, il pride è a inizio settembre, le conclusioni non tanto sulla volontà di approvare la mozione, quanto sulla paura proprio di discuterla per dover dire cosa si pensa, le lascio a voi.
Sappiate che, sindaco un testa, tutti quelli che hanno votato per sospendere, e che voi avete votato perchè parlassero per voi in consiglio comunale, su un tema come questo hanno paura? vergogna? convenienza? a non parlare.
Hanno il terrore di dire voto no perché e metterci in fianco due parole in croce. Gli eroi della destra, quelli che già ci stanno e quelli che fingono di non starci, nella casa delle libertà. Vergogna! Andrea Picco
Il sindaco non vuole patrocinare il pride. punto
Ne ha facoltà ed è un suo diritto.
Avete provato in tutti i modi a farlo desistere, ma quella è la sua idea, e probabilmente quella della maggioranza che lo ha votato.
Si chiama democrazia: io sono favorevole alla manifestazione e vi parteciperò, qualcun altro no. Pace
L’autore dell’articolo ha paragonato la “caduta di palle” ad un percorso di cambio di sesso; percorso che spesso risulta lungo e travagliato e dal quale anche dopo tutto l’iter gli strascichi psicologici sono molto pesanti, e spesso non si rimarginano in una vita intera.
Appena glielo hanno fatto notare si è subito affrettato a cambiare l’articolo.
Gli omofobi, però sono sempre quegli altri….