Ziberna come Romoli, quando ricevevano delle critiche sulle inefficienze dell’amministrazione partivano dai contesti più lontani e complessi per spiegare quello che accadeva in città. Tempo fa – ricordo benissimo – la crisi del negozio sotto casa, gravato magari da affitti elevati e tasse, era dovuta invece alle multinazionali della logistica contro le quali nulla si poteva fare. Poi c’era in agguato la crisi del petrolio, le oscillazioni delle borse, il crollo del dow jons, e la globalizzazione che incidevano sulla riparazione del marciapiede sotto casa e sulla disoccupazione giovanile. Il riscaldamento globale era alla base del proliferare di topi e zanzare, impossibili da eliminare, anche per la nuova sensibilità ambientalista verso le specie meno protette.
Oggi l’ascensore al castello – che come da anni ripeto, è uno dei più gravi scandali delle amministrazioni che si sono succedute da almeno 20 anni, con un danno che è oltre i 9 milioni di euro e avendo impedito ai cittadini di esprimersi con un referendum – non si può inaugurare perché l’aumento delle materie prime (?) ritarda la consegna dei due ascensori.
Quando qualcuno anni fa suggeriva di aprire una trattativa per impiegare in altro modo il denaro, magari riducendo il mostruoso impianto di risalita, era un poveretto che non conosceva le rigidità insuperabili dei Bilanci e soprattutto non capiva che “quando una cosa si inizia è meglio finirla”.
Oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti e bisognerebbe chiedere scusa a quelli che hanno impiegato energie, tempo e intelligenza per dire che quello scellerato lavoro non si doveva fare, non si sarebbe finito, sarebbe costato tantissimo e avrebbe avuto enormi problemi di gestione. Ma appunto eravamo degli sprovveduti che non comprendevano le leggi dell’Economia che avrebbero portato Turisti a frotte in Città. Quelli che facevamo noi erano appunto “conti della serva”, non degni delle capacità lungimiranti di chi ci amministra. Anna Di Gianantonio
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