In questi giorni è agli orrori delle cronache tal Durigon, talmente nostalgico del duce che ne rimpiange persino il fratello, talmente tanto da proporre per lui l’intitolazione a Latina di quella che ora si chiama piazza Falcone e Borsellino.
Il fatto in sé sarebbe da derubricare a conseguenza della straordinaria calura estiva, non fosse che il tal Durigon è sottosegretario del governo dei migliori, e il migliore dei migliori su questo tace già da settimane, anziché provvedere a intitolare al Durigon via dal governo.
Sommessamente, mi permetto di ricordare che di Gorizia, futura capitale europea della cultura assieme a Nova Gorica, il fratello del fratello del duce, cioè Benito Amilcare Andrea Mussolini, è cittadino onorario. È cittadino onorario quello che “Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava – così scriveva Benito Amilcare Andrea Mussolini già dal 1920 – non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani».
È cittadino onorario colui che italianizzò persino i nomi degli sloveni, dopo aver portato loro via tutto e negato persino che potessero parlare la loro lingua. Sempre sommessamente, ricordo che è cittadino onorario della futura capitale della cultura assieme a Nova Gorica quello in nome del quale venivano torturati gli sloveni come Loize Bratuž.
Sommessamente, penso che presentarsi con un simile biglietto da visita sia quantomeno imbarazzante. Allora, la vogliamo togliere questa infamia? Rifaccio l’appello alle forze democratiche presenti in consiglio: portiamo in consiglio comunale la mozione per togliergli la cittadinanza onoraria, e vediamo quanti Durigon abbiamo qua da noi. Andrea Picco
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