Oggi Pride, il primo nella storia che unisce due Stati sotto un’unica bandiera, quella dei diritti di tutti. Il Pride è una festa, e non la rovineranno certo le parole imbarazzanti del primo cittadino di ieri, c’è da vergognarsi ma questo abbiamo, speriamo ancora per poco.
Che festa sia, allora! Già da ieri sera, al circolo Arci Gong in via delle Monache, si respirava un bellissimo clima, e siamo sicuri che oggi sarà un successo. Il corteo, dopo vari misteri più o meno giustificati, partirà da Piazza Vittoria alle 16 e non passerà per il centro. Peccato, meritava la vetrina del corso, il centro nevralgico della città. Colorerà altre vie, poco male, e arriverà in piazza Transalpina, luogo simbolo della città unica, senza confini, dell’unica comunità umana, in grado di superare anche le atrocità del secolo scorso.
Gorizia oggi ospita con Nova Gorica una manifestazione da capitale europea della cultura, che è per definizione conoscenza dell’altro. Poi c’è Ziberna, coi crocifissi e le cameriere, il punto più basso della cultura, ossia dell’interesse verso ciò che è altro da sé.
Non ci rovinerà la festa di oggi, ma a margine una riflessione sulla pochezza delle sue idee e della sua azione, sullo squallore delle sue esternazioni che comunque per il ruolo che ricopre rappresentano la città, va fatta.
Rutta luoghi comuni, shakerandoli a seconda del cocktail del momento. Oggi tocca al crocifisso e alle cameriere, domani saranno di nuovo i profughi. Altro non c’è. Di un sindaco così, c’è poco da essere orgogliosi. Ma ora…festa! Andrea Picco
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