Scrivo di getto, sull’onda colorata dell’entusiasmo respirato per tutto il giorno. È stata una giornata fantastica, in cui la città ha di fatto dimostrato che vuole essere diversa dal buio di questi quattro anni.
Vuole essere felice, sapendo che siamo in tempi difficilissimi perché a Gorizia quasi niente va nella direzione della felicità delle persone.
C’è una comunità da ricostruire, e c’è tantissima gente che vuole questo: avere relazioni, stare insieme, sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Oggi il pride ci ha dato questa opportunità, di trovare un motivo per stare insieme nelle strade, in piazza, e il bisogno di tanti ha trovato un’occasione di partecipazione e non se l’è fatta sfuggire.
I diritti delle persone appartengono alla sfera del sacro, che è cosa ben diversa dal religioso, per chi evocava crocifissi e cameriere nei giorni scorsi.
Vedere Gorizia così “sacra”, è stata una grandissima emozione. È stata una giornata storica, di cui avevamo bisogno, anche perché veniamo da un anno e mezzo di castrazione emotiva imposta.
La città, nonostante chi la guida, vuole guardare al 2025 con speranza, colorando un po’ il futuro. Partiamo da questa giornata per metterci alle spalle il buio mefitico dei miasmi intestinali di chi ha amministrato un questi anni, incapace di guardare oltre il proprio ombelico e ogni tanto ruttare un po’ di odio per la pancia di quella parte del suo elettorato più fascista.
Guardiamo avanti, col sorriso colorato di oggi, perché questo vuole la città. Andrea Picco
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