Dall’ottimo giornale online Friulisera si apprende non soltanto che l’editrice Kappa Vu è stata estromessa dal Salone del libro di Torino, ma anche che l’attuale Amministrazione regionale ha rivendicato le pressioni sugli organizzatori finalizzate all’esclusione.
La motivazione è direttamente ricondotta dall’Assessora alla Cultura alla famosa Mozione 50 approvata nel 2019 dal Consiglio Regionale del FVG, con la quale si rifiutava qualsiasi appoggio ad autori o editori accusati di “negazionismo delle foibe”.
A parte la già notata incongruenza di quello che si configura di fatto come un “divieto di studio” nei confronti di un fenomeno complesso sul quale numerosi ricercatori – molti dei quali proprio grazie a Kappa Vu – si sono cimentati con intelligenza e utilizzo sistematico del metodo storico scientifico, l’intervento della Regione presso il Salone del libro suscita forti brividi.
Non si tratta più “soltanto” di evitare il finanziamento di chi si adopera per la crescita culturale dei cittadini della Regione, ma si arriva addirittura a interferire con l’organizzazione di una rassegna nazionale che dovrebbe per definizione essere aperta a tutti gli apporti, esclusi quelli contraddittori rispetto alle leggi italiane che riconoscono la libertà di pensiero ed espressione.
In altre parole, sembra che si sia tornati al tempo della censura ideologica, fatto questo molto grave, in un momento in cui è aperto nella società civile un importante e inquietante dibattito sull’esercizio delle libertà costituzionali.
Tenendo presente che Kappa Vu ha pubblicato centinaia di volumi, in lingua italiana slovena e friulana, destinati a un pubblico vasto, di tutte le età e dai più svariati interessi culturali, la penalizzazione della casa editrice risulta ancora più incomprensibile e persecutoria, in quanto determinata esclusivamente dalla presenza tra i titoli, di alcuni testi di studiosi molto seri, liberi da qualsiasi pregiudizio ma non disposti al lasciarsi intimorire.
Piena solidarietà alla Kappa Vu, presente fra l’altro con il proprio stand e protagonista a pieno titolo in alcuni incontri nell’ambito del Festival èStoria di Gorizia, con l’augurio che intorno a questi temi non scenda il silenzio ma torni a prevalere la ragione, ovvero il dialogo e il confronto documentato tra storici che cercano di offrire ai lettori contributi grazie ai quali crescere nel dialogo e nell’umile ma tenace ricerca della verità. Andrea Bellavite
D’accordo, Andrea. Ai tempi del nazismo ci fu chi disse che ove si bruciassero in piazza i libri prima o poi si sarebbero bruciate le persone. Qui non siamo a quel punto, ma su quella strada sì.