La minoranza che amministra la città fa l’ennesima figuraccia in consiglio comunale, ritirando in tutta fretta una delibera sbagliata. Delibera di giunta, che il consiglio doveva ratificare, e che la giunta ha approvato sbagliata e i revisori dei conti pure. Peraltro, non una delibera qualsiasi, ma il famoso assestamento di bilancio bocciato qualche settimana fa e ripresentato un po’ modificato.
E già qui, la figuraccia basterebbe a far capire l’improvvisazione che regna sovrana nelle stanze di chi amministra la città, ma la conseguente protesta dell’opposizione che abbandona l’aula mette a nudo per l’ennesima volta la definitiva sentenza dei numeri: anche con Portelli in aula Ziberna arriva a 20 presenti. Oltre all’opposizione infatti, se ne vanno anche Ferrari Roldo Stasi Piscopo Picariello e Zotti, ormai non disponibili nemmeno a tenere il numero legale.
C’eravamo tanto amati. Come un Catilina dei nostri giorni, c’è da chiedersi per quanto ancora Ziberna abuserà della pazienza del consiglio, e quindi dei goriziani che i consiglieri rappresentano.
Se, infatti, l’avere vinto le elezioni gli dava una maggioranza in consiglio per amministrare, ora che non ce l’ha più – da due anni, ma ora non riesce a garantire nemmeno il numero legale: imbarazzante – il passo delle dimissioni dovrebbe essere un atto dovuto, e gli permetterebbe anche di uscire di scena con dignità, senza essere cacciato, o politically correct sfiduciato, dal consiglio tramite mozione, che va presentata al più presto.
Ormai la giunta è allo sbando, e sembra anche conscia anche del proprio fallimento, dagli atteggiamenti dimessi degli assessori: a volte il corpo e la voce dicono molto di più delle parole stesse. Ieri il sindaco, contestato da Roldo sulla mancata attuazione del programma, ha risposto abbiamo fatto molto di più.
A verbale risulterà questo, ma la postura insaccata, il tono di voce tutt’altro che stentoreo, lo sguardo basso, erano di uno che inconsciamente non ci crede neanche lui. Erano, loro sì, dimessi. A sua insaputa, il suo corpo parla per lui, ed è già dimesso. Ne prenda consapevolezza e gli dia ascolto. Andrea Picco
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