Giorno della memoria, corta. Tanto per restare in tema fascio, per esempio Forza Nuova: i migliori l’hanno sciolta?
Oppure domanda: tra i grandi elettori ci sono fascisti?
Per venire a nugae locali: uno che dice che la senatrice Segre è un’icona della sinistra, che è divisiva, o un altro che è stata fortunata, che memoria ha?
Chi ha ricevuto la decima mas, può fare il consigliere, l’assessore, sedere in Parlamento?
Domande domande domande: ma perché farsele, quando basterebbe azzerare tutto, scurdammoce o’passato paisà, e andare avanti con gli stessi che ieri schifavi, basta l’Alto Profilo e il bene della città, del Paese, del Mondo.
Ricorda oggi Gregorio Piccin che lo scorso 18 novembre l’Onu ha approvato una risoluzione per “combattere la glorificazione del nazismo, neonazismo e altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le contemporanee forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza…” Due Paesi hanno votato contro: Ucraina e Stati Uniti. 53 Paesi si sono astenuti, tutti membri o partner della NATO, tra cui ovviamente l’Italia. Io aggiungo che la vita è più bella se a liberare Auschwitz arrivano gli americani, o se in Europa voti che comunismo e nazismo sono la stessa cosa.
Ecco, ricordiamoci di questo, oggi. E ricordiamoci che all’olocausto si arriva scientificamente piano, in anni, e ognuno fa la sua parte: mettendo una parola o o-mettendo una parola; facendo qualcosa o facendo finta di niente; stando dalla parte della maggioranza sempre, per convenienza. Folle plaudenti inneggiavano a Hitler o a Mussolini, e non erano diversi da noi. Non serve arrivare alla Soluzione Finale, ci si può fermare molto prima, ma il principio che la maggioranza discrimina una minoranza a scelta io lo vedo applicato da anni ogni giorno, anche oggi.
Non abbiamo imparato ancora che non c’è democrazia se non si rispettano le minoranze, tutte, non solo quelle friendly o politically correct. Il guaio è che la memoria collettiva è selettiva, e ricorda solo quello che gli fa comodo. Andrea Picco
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