Cosa ci insegna la vittoria di Cristiana Morsolin alle primarie del centro sinistra a Monfalcone?
Siamo ben consapevoli di quanto Monfalcone sia diversa da Gorizia, socialmente e storicamente. Gorizia non ha mai superato le divisioni del passato e chi nega e non comprende questo, andando con l’immaginario ai fasti imperiali, non ha capito nulla della città in cui vive e all’importanza della ricucitura sociale che la politica goriziana è chiamata a fare se vuole ricostituire una comunità. Eppure certi insegnamenti sono validi per entrambe le città.
1) A Monfalcone ha vinto una squadra dotata di due strumenti fondamentali: la capacità fare proposte e battersi non solo in consiglio comunale, ma anche in città e la capacità di comunicazione. La Sinistra ha iniziato per tempo il suo percorso politico. Chiunque la seguisse sui social ha notato la cura nei post, l’intelligenza nell’uso delle immagini, nei filmati, nelle frasi incisive dei comunicati. Ma non si è trattato solo di chiacchiere. Il gruppo è stato in grado di tradurre quanto accadeva in consiglio comunale con proposte concrete e di essere presente in piazza e per le strade. Un lavoro lungo, partito per tempo, portato avanti con competenza.
2) La possibilità di fare trattative, di lavorare intorno ad un tavolo comune, che ha portato all’individuazione del percorso delle primarie come strada per uscire dall’empasse. Non siamo fanatici delle primarie, meglio sarebbe individuare insieme una figura condivisa, ma certo le primarie hanno permesso di uscire da una situazione che rischiava di paralizzare la campagna elettorale e di uscirne senza troppe lacerazioni che portano alla disaffezione in campagna elettorale. L’abbraccio di Cattarini a Morsolin sembrava sincero e dimostra che idee diverse possono convivere senza dar vita a sospetti e paranoie reciproche.
3) la considerazione più importante è che Cristiana Morsolin è una donna. Ripetiamo, candidare una donna non è un gesto riparativo, ma la presa d’atto, pragmatica e politica, che oggi esiste una contraddizione fortissima. Le donne sono presenti nelle associazioni, nel volontariato, nella società in modo rilevante, ma manca loro una rappresentanza politica. A livello di dati, numeri, statistiche si conferma che le donne hanno paghe più basse, occupazioni precarie e maggiore disoccupazione, pensioni più esigue, lavori tutti scaricati sulle loro spalle con l’arretrare del welfare.
Una sinistra degna di questo nome non può ignorare problemi che le donne hanno a cuore, non può mettere tra parentesi la sproporzione enorme tra uomini e donne nei luoghi decisionali, non può neppure trascurare però il grande protagonismo attivo e il dibattito che sta coinvolgendo le donne sui questi e altri problemi. Candidare una donna è segno di attenzione e discontinuità con il passato. Di per sé è segno simbolico forte.
4) E’ evidente che oggi l’entusiasmo, il lavoro quotidiano sul territorio e la visione inclusiva (vedi problemi degli immigrati) mobilitano le persone. Evidentemente Cristiana ha vinto perché ha portato a votare più elettori di quanti ne abbia portato Riccardo Cattarini. La capacità di mobilitazione dei partiti è inferiore a quella di un gruppo motivato. E’ questo dovrebbe fa pensare ai superati rapporti di forza esistenti cinque o sei anni fa. In questi anni la società è cambiata, la fiducia nei partiti è crollata, l’astensionismo è fenomeno di massa. Morsolin, pur competente e in politica da molti anni, è stata percepita come il nuovo, ma non un nuovo impolitico, ma radicale, il segno di un’urgenza di svolta, di cambiamento cui la gente anela. Come si fa a non comprendere questo?
Viene da riflettere su Gorizia, dove siamo ancora fermi ai veti incrociati, all’incertezza sui perimetri delle alleanze, al nome del candidato. Siamo sicuri che i goriziani vogliano la conservazione, l’usato sicuro, il politico blasonato o non si aspettano qualcosa e qualcuno che li spiazzi, che dia una nuova visione della città, una squadra diversa guidata – come diciamo da tempo – da una donna?
Forum Gorizia
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