Nessuno dimentica le azioni in soccorso della popolazione fatte dagli alpini, a cominciare dall’aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto del 1976. Personalmente, perché c’ero, ricordo benissimo la loro collaborazione fondamentale nell’allestimento dei campi per coloro che avevano perso la casa in Friuli. Appunto per questo ritengo assolutamente poco rispettoso celebrare gli Alpini per la battaglia della Nicolaevka del 26 gennaio 1943, in cui gli Alpini combatterono nell’esercito nazifascista che aveva invaso l’Unione Sovietica. Dopo la disfatta molti di loro passarono nelle fila della Resistenza, un nome per tutti: l’ufficiale Nuto Revelli che divenne combattente nelle brigate di Giustizia e Libertà condannando la terribile guerra voluta da Mussolini e scrivendo sulla campagna di Russia memorabili libri.
Detto questo ci si aspetterebbe che fosse data massima solidarietà alle 500 donne che hanno denunciato le molestie subite nell’ultimo raduno di Rimini. Nessuna gloria passata giustifica la violenza sulle donne, i gesti, le grevi allusioni che sono oggetto di denuncia. Il fatto che le vittime non si citino è segno della strumentalizzazione politica di questa vicenda, in cui velatamente si accusano non i molestatori, ma presunti sostenitori di chi non vuole il tricolore o vuole invece riconoscere la pluralità delle lingue parlate a Gorizia.
Ma davvero si pensa che con la mentalità da guerra fredda si possano vincere non le elezioni del 1948 ma quelle del 2022? Anna Di Gianantonio
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