Accidenti a me che arrivo in ritardo e mi perdo Sergio Cosma in piedi in silenzio per un minuto a omaggiare Boris Pahor. Gli anni passano per tutti e, complici le mascherine, un po’ di calo dell’udito, lo scatto che non è più quello di qualche anno fa quando usciva al doberdan pronunciato dai colleghi di madrelingua slovena, insomma il buon Sergio si accorge di quanto sta succedendo troppo tardi per non fare una figuraccia e gli tocca alzarsi in piedi a commemorare uno sloveno e pure antifascista.
Da consegnare agli annali. Come da consegnare agli annali è la figuraccia di Ziberna e soci, 13 su 24 – l’era Ziberna si conclude con la nuova categoria matematica della maggioranza di un terzo – sulla Tari. Ziberna arriva in aula con la delibera bei aumento della Tari del 25% per ogni utente goriziano. Lui, che sbandierava lo slogan: non mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini. Invece di prendersi per tempo e inserire l’addizionale Irpef, tassa progressiva – chi più ha più paga, chi meno ha meno paga, chi non ha non paga – preferisce far pagare tutti penalizzando chi ha poco. Lui, che annunciava roboante che sulla Tari avrebbe rimborsato i cittadini, viene a chiedere più soldi: ogni 100 euro 25 in più.
E non si vergogna nemmeno di non essere stato presente, lui Felcaro e la Cisint, all’assemblea in cui si deliberavano gli aumenti. Traini nel suo intervento vuole fare sentire l’audio delle promesse di Ziberna sulla Tari ma viene censurato dal Presidente Cagliari e dalla segretaria. Gli viene impedito di fare sentire a tutti ciò che Ziberna per propaganda andava dicendo sulla Tari lo scorso anno, scrivendo così l’ultima pagina vergognosa di questa consigliatura.
Si vota e iniziano le sorprese, perché chi nella pseudo maggioranza è in campagna elettorale col cazzo che vota sì. Tra un no, un non partecipo al voto, un astenuto, uno che scappa in bagno e Sartori lo va a cercare ma si è nascosto bene, il risultato per Rudy è 14, se stesso più 13, potrà comunque dichiarare al piccolo che chiude il suo regno con un apostolo più di Gesù.
Si vota sul kinemax, presenta la delibera Oreti, togliendo a Obizzi l’ultima occasione di provare l’ebbrezza di presentare una delibera che poi passa. Cosma tenta un recupero: covo di comunisti e di sloveni, ma da lassù se la ride anche Pahor.
Gran finale con la chicca di Gentile su Oreti, in posa “reggimentale” d’ordinanza ormai, fotoscioppato vicino a Berlusconi e Galliani dopo la promozione del Monza in serie A. Perché non ci siamo fatti mancare neanche i musei provinciali che fanno lo spottone elettorale per lui, in questi giorni, salvo poi rimuoverlo dopo le proteste. Sarebbe un reato, speriamo qualcuno indaghi.
Finisce qui, la consiliatura. Ziberna non saluta nemmeno, se ne va con l’ennesima figuraccia da dover ribaltare domani con l’ennesima balla. Per alcuni – Ciotta Collini Fasiolo Gaggioli Gentile Peterin Portelli Roldo – è l’ultimo atto Gli altri ci riproveranno tra dieci giorni. That’s all, Folks. È stato bellissimo. Andrea Picco
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