Nel 2019 Matera è stata insignita del titolo di “Capitale europea della cultura”. Ma quali motivazioni hanno spinto a scegliere la città dei sassi fra tanti prestigiosi candidati?
Figlia di una regione povera del meridione d’Italia, città poverissima fino a pochi decenni fa, descritta come “la vergogna d’Italia” negli anni ’50 per essere stata il simbolo di una comunità che viveva in abitazioni costituite da grotte di tufo, prive di servizi igienici, in promiscuità con gli animali, Matera è risorta dalle proprie rovine assurgendo agli onori internazionali di capitale di una cultura diversa, povera, contadina, arcaica, integrata in maniera esemplare con le risorse del territorio.
Matera è una città antichissima, sorta in un territorio talmente caratteristico e unico da fornire rifugio, ricchezza, sacralità e identità alla comunità che vi ha abitato.
E’ una città orgogliosa per quanto ha rappresentato nella lotta contro il nazifascismo e nel rispetto e mantenimento della tradizione contadina e della biodiversità.
E’ infine una città unica per le caratteristiche geomorfologiche che le hanno valso il titolo di “Patrimonio dell’umanità” nel 1993.
Città accogliente, aperta, allegra, sana, Matera ti accoglie nelle strade del centro storico ristrutturato senza ostentare lusso ma tradizione e storia, in un ampia zona storica completamente chiusa al traffico, con flussi discreti di gente del posto mescolate ai turisti, che con l’orgoglio della gente semplice ti indica o ti accompagna nei siti di interesse storico e culturale. Con fierezza ti fa apprezzare le specialità gastronomiche fatte di cibi poveri e saporiti del territorio, a cominciare dal pane, dall’olio, dal vino.
Ma torniamo alla storia incredibile di questa città: nel 1952 una legge dello stato stabilì lo sgombero dai sassi e la costruzione di nuovi edifici residenziali. Negli anni a seguire i sassi subirono un inevitabile e progressivo degrado sino al 1986 anno in cui un’altra legge finanziò il recupero degli antichi rioni.
Da allora fu un fiorire di iniziative, un rivivere dei luoghi, un risorgere dalle macerie.
Matera è di una bellezza unica fatta di pietra, ampi sorrisi e capelli corvini. Nei suoi vicoli non ci si sente mai soli o abbandonati. Nei suoi paesaggi si riconoscono le scene di film che l’hanno resa famosa in tutto il mondo.
Matera ha ribaltato la storia a proprio favore, è il simbolo della rinascita, della integrazione naturale con le risorse del territorio, dell’adattamento plastico alle forme della roccia di tufo, come rappresentato nello splendido museo Musma della scultura o nelle innumerevoli chiese rupestri.
Ecco, questo potrebbe essere un modello per Gorizia-Nova Gorića: rovesciare i terribili eventi della storia, abbracciare i vecchi nemici, abbattere i muri, accogliere lo straniero, insegnare la tolleranza, valorizzare la produzione locale, aprire le porte dei palazzi e dei cortili, aprire il centro affinchè la gente vi si riversi a piedi e in bicicletta, raccontare per non dimenticare e per rinascere.
Ma soprattutto valorizzare il confine come ponte che ci unisce e ci arricchisce assieme a Nova Gorića che ci ha offerto questa straordinaria opportunità. No, non possiamo perdere questa occasione unica. Maria Teresa Padovan
Rispondi