“Sarei incompatibile. Però lui, lui era ineleggibile.” Mettiamoci anche due già rinviati a giudizio, aveva appena finito di fare notare Zotti, e il quadretto del primo consiglio comunale è presto fatto. Martina annuncia di volersi dimettere, non prima di aver fatto notare che Lazzeri non era eleggibile, perché non si era dimesso in tempo, ossia prima della presentazione delle liste, da Presidente del consorzio universitario.
Ziberna finge di non capire, cerca di minimizzare, di confondere le acque tra incandidabile e ineleggibile, Lazzeri dichiara di avere un parere della regione sul’incandidabilità, ma il problema è l’ineleggibilità e su quella pare abbia poco scampo.
Ziberna si incupisce, non ha neanche finito di leccarsi le dita che l’hanno beccato con la marmellata su tutte le mani, e il pensiero è non tanto per il Lazzeri consigliere, quanto per il Lazzeri assessore: gli si legge in faccia “come faccio adesso a lasciargli le deleghe, con gli esclusi ai posti di assessore che già mi aspettano al varco dopo neanche venti minuti di seduta?
Si affretta a dire nel suo discorso che la squadra dovrà essere pronta a cambiare in corsa, tra un mese tra un anno, ipotizza anche un “se dovremo aggiungere”…. Chissà chi sarà mai l’undicesimo della squadra…
Devetag ha un’ opinione chiarissima in merito e la dice a Martina, che nel frattempo si sarebbe dimesso, o no, non si capisce. Non è né dimissionario né dimissionato, bensì dimissionante, ossia si sta dimettendo, ma ci mette tutto il consiglio e oltre, e quindi vota tutto, anche la commissione elettorale, e anche i supplenti, e anche l’immediata eseguibilità, si fa pure la foto finale con tutti i consiglieri in giardino e la condivide sul suo profilo prendendola dal profilo di Lazzeri che ha appena fatto saltare – che eleganza -, e ancora non si capisce se si è dimesso o no.
Si capisce più chiaramente invece il senso dell’operazione Martina/Fornasir, nel senso che è più chiara anche ai non addetti ai lavori, ma non guadagna in trasparenza. Martina ne esce male, e il tentativo di spostare l’attenzione su Lazzeri non gli riesce. Entra bianco cavaliere senza macchia e senza paura, l’eroe cristiano la cui missione è combattere la crociata contro la sporca politica, e dopo un quarto d’ora è praticamente marrone.
Da missionario a dimissionario nel tempo di un ave Maria. Si comincia coi botti, non poteva essere diversamente con il sindaco pasticcione. E qualcuno in maggioranza già gongola sul caso Lazzeri. Se son contras, fioriranno. Andrea Picco
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