Più che la mano, in questa nuova consigliatura Ziberna tende il braccio. E pure la gamba, vista l’imboscata che tenta verso le dieci e mezza di ieri sera, complice un’imbarazzante Presidente del consiglio, quando vuole zittire l’opposizione sul regolamento che dovrà regolamentare le sedute da remoto del consiglio stesso: veloci! che non ci sono… abbiamo il numero legale, primi interventi?
E così saltano i primi interventi, perché noi non siamo ancora rientrati in aula e ovviamente nessuno in questa nuova maggioranza ha facoltà di parola e di pensiero autonomi dal sovrano.
Complici le interpretazioni creative della Segretaria e l’impreparazione della Presidente, fosse per Ziberna al secondo appuntamento avremmo già fatto fuori le interrogazioni, con corollario l’eliminazione della lingua slovena dalle sedute: “avremmo solo permesso interrogazioni scritte” gli scappa a un certo punto, dimenticandosi che in Consiglio lui non permette un piffero, è uno come gli altri.
In fianco, la Presidente tace. Presidente che non è ancora in grado di gestire l’aula, ed è teleguidata da lui e da quegli assessori la cui democrazia è inversamente proporzionale alla permanenza su quella poltrona. Metteteci Zotti – ieri verso le tre di notte ha introdotto il fischio per chiedere la parola che non gli veniva data – metteteci Del Sordi che gli dà della capra e si becca in risposta una sfida sulla lunghezza delle corna che manda fuori dai gangheri lui e consorte, metteteci un “testa di cazzo” recapitato a Giulia Roldo dai banchi della maggioranza mentre sta intervenendo, metteteci che la presidente dà i tempi di intervento ai consiglieri ad mentula canis – a te tre minuti, a lui due, a Traini uno – metteteci che alla fine la delibera non la propone nessuno, “è un’iniziativa degli uffici”, metteteci che son le quattro del mattino… l’angoscia e un po’di vino, voglia di bestemmiare (cit.), l’opposizione se ne va dall’aula e lascia la maggioranza a votarsi la porcheria.
Ceretta, un po’ troppo sopra le righe durante tutta la seduta, urla – ha l’urlo facile da quando è un semplice consigliere – andate a casa. La nemesi: in due mesi da vicesindaco a citatore di Zotti. Mano tesa? Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò. Pessimo spettacolo, pessimo inizio, pessime nubi all’orizzonte. Andrea Picco
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