La Regione ha appena messo nero su bianco che gestirà al posto del comune il progetto finanziato dal Pnrr su Borgo castello. Si vedano i commi 25 bis e ter dell’articolo 6 appena emendati dalla giunta regionale nella variazione di bilancio, in cui si dice che “la Regione è autorizzata ad attuare per conto del Comune di Gorizia gli interventi e le attività previsti dal progetto pilota denominato Borgo Castello …le attività e le opere previste dal progetto sono realizzate dall’amministrazione regionale direttamente o tramite i suoi enti strumentali.”
Commissariato anche il Castello, per il quale oggi l’assessore alla Cultura si affretta a dire che è il simbolo di Gorizia. Infatti è chiuso. E non si sa quando riaprirà, bisognerà a questo punto chiederlo alla Regione.
Non parliamo poi dell’ascensore, che Ziberna nel 2017 diceva di inaugurare entro il 2018, che sconta la crisi mondiale di materie prime: sono infatti introvabili i nastri tricolori. Ma anche qualora venisse inaugurata, l’opera faraonica, costata ad oggi oltre 12 milioni di euro – 500mila euro l’anno da quando è partito il progetto – non si sa chi la gestirà. Nessuno la vuole sul groppone, ovviamente, trattandosi di pacco megagalattico dai costi spropositati.
Ad oggi, nessuno sa come e da chi verrà gestito l’impianto. Ad oggi, nessuna previsione sui costi di gestione è mai stata presentata pubblicamente, nemmeno sul Piccolo, figuriamoci al Consiglio comunale.
Ad oggi, ci troviamo, per tutto ciò che riguarda il castello e il suo borgo, di fronte alla chiusura e all’incertezza sui tempi di riapertura. Tutto slitta alle calende greche. Ziberna chiederà che slitti anche il 2025: dal 2024 passiamo direttamente al 2026 e il 2025 lo recuperiamo più avanti, quando siamo pronti, che a fare le robe veloci si rischia di farle male. Ste robe qua è meglio che se le sbrighi qualcun altro, che sa. Sprizzetto? Andrea Picco
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