Sei ancora quello della pietra e della fionda, sito del mio comune. E ti hackerano facilmente, non l’hanno fatto prima perché sembravi già hackerato quando funzionavi. Si ride per non piangere, perché l’attacco stavolta ha fatto danni pesanti, considerata la mole di dati sensibili che quel sito contiene. Ci sono maghi del computer in grado di violare sistemi ben più complessi del tristissimo sito del comune di Gorizia, ma la sensazione di anzianità che dava quando funzionava suggeriva che violarlo fosse un gioco da ragazzi. E sarà stato qualche quindicenne o giù di lì a chiedere il riscatto a Rudy: la play nuova e non si farà male nessuno. Tocca scherzare perché ormai non si può fare molto altro: tutto quel che ci riguarda è in mano di chissachì, e chissà cosa ne farà. Il danno è veramente incalcolabile. Due domande dobbiamo però farcele. La prima: quanto investe il comune per la sicurezza dei dati di tutti? La seconda: ci sono, vista l’ importanza, le competenze necessarie per gestirlo? Chi ha la responsabilità? Il sito del comune era 0.3 anziché 3.0, roba da mesozoico dell’era internet. Già cinque anni fa, nella precedente campagna elettorale, avevamo detto che bisognava rifarlo. È il biglietto da visita mondiale della città, prossima capitale europea della cultura, la fotografia di Gorizia. In questi giorni la rappresenta alla perfezione: impossibile accedere a qualsiasi sito. L’ultima conferma? Abbiamo un bel po’ di giovanotti in città per il torneo di basket Dudi Krainer. L’ allenatore illuminato della squadra di Pesaro, che mi dicono laureato in storia, dice ai suoi ragazzi: stamattina niente allenamento. Facciamo un giro per la città, che ha così tanta storia da raccontare. Impossibile raggiungere ogni sito: tutto chiuso, senza bisogno di hacker. Benvenuti a Gorizia, la città dove virtuale e reale coincidono, ragazzi. Andrea Picco
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