Torna al centro dell’attenzione la lingua slovena e il suo utilizzo all’interno del Consiglio comunale di Gorizia.
La temuta assenza di interrogazioni orali, oltre a essere un pesante danno alla democrazia, aveva come diretta conseguenza l’impossibilità di utilizzare la lingua slovena in consiglio. Ricordo che il problema è stato posto prioritariamente dal consigliere Alessandro Feri, presente in aula, a cui non era stata data alcuna risposta.
Quello della lingua slovena è un annoso problema che periodicamente si è presentato negli anni all’interno dell’assise goriziana, non perché fosse proibita ma perché molti (troppi!) consiglieri manifestavano nei confronti del suo utilizzo un certo fastidio.
Ricordiamo fughe dall’aula quando un consigliere di lingua slovena prendeva la parola, ma anche il totale disinteresse nei confronti di ciò che veniva detto, manifestato con la scelta di non indossare le cuffie con la traduzione simultanea.
La composizione del nuovo consiglio è diversa e speriamo che anche i comportamenti lo saranno. Per il momento non abbiamo avuto l’occasione di valutarli sul campo non essendoci state ancora le interrogazioni, né in italiano né in sloveno, ma questo è un discorso a parte che merita un altro approfondimento.
Torniamo invece al discorso della lingua slovena e al perché la sua conoscenza anche passiva sia di fondamentale importanza e il suo utilizzo fuori e dentro l’aula non una gentile concessione. Innanzitutto perché E’ UNA DELLE LINGUE DELLA CITTA’, sembra scontato ma non lo è per tutti.
Secondariamente, anche se le città di Gorizia e Nova Gorica appartengono a due Stati diversi e non sono una città unica dal punto di vista giuridico, necessitano già ora di una pianificazione comune e non solo dal punto di vista urbanistico.
Non parlare la stessa lingua è un limite fortissimo, al di qua e al di là del confine, e una buona amministrazione, consapevole di ciò, dovrebbe mettere in campo tutti gli strumenti possibili affinché con il passare degli anni la situazione migliori.
Abbiamo un appuntamento importante, il 2025, che potrebbe dare una forte accelerata sul fronte della reciproca conoscenza, anche dal punto di vista linguistico. Approfittiamone! Spero che anche la nuova amministrazione si doti di risorse umane di staff bilingui, strategicamente indispensabili per farci trovare pronti a un evento che non ricapiterà più.
Un evento, è bene sottolinearlo, della città di Nova Gorica visto che a essere designata doveva essere una città slovena e non una italiana. E’ chiaro che la dimensione transfrontaliera con Gorizia è stata un elemento che ha deposto a favore della vittoria ma proprio per questo bisognerebbe cominciare a crederci davvero 365 giorni l’anno per tutti gli anni che verranno e non solo opportunisticamente per il 2025. Eleonora Sartori
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