Le materie prime ce l’hanno col Comune di Gorizia. Prima i giacimenti mondiali di ascensori, ora quelli di parcheggi e spazi coperti multifunzionali – in italiano tettoie – letteralmente prosciugati in una notte, per mettere i bastoni tra le ruote alla mal destra amministrazione.
Nella notte di martedi dev’essere successo qualcosa a livello mondiale: uno sconquasso tale per cui quello che era stato presentato lunedì in commissione urbanistica, mercoledì non era più realizzabile. Potenza della globalizzazione.
Il tanto decantato “spazio coperto multifunzionale in cui si potranno ospitare mercatini di ogni genere, eventi, spettacoli e attività congressuali, ma anche laboratori artistici, musicali e artigianali a disposizione soprattutto dei giovani. Una struttura che, insieme al mercato coperto, dove sarà effettuata una riqualificazione volta a valorizzare la sua funzione attuale ma con ulteriori aggiunte volte a dare visibilità ai prodotti tipici locali, in particolare enogastronomici” quindi, non vedrà la luce.
Con voce rotta e sorso d’acqua per reggere la commozione, l’assessora all’urbanistica annuncia in Consiglio il ritiro della delibera che 48 ore prima aveva presentato in commissione. Parte con un uno su uno nelle delibere: una presentata, una ritirata. In due giorni da vanto della città a vedremo, se costerà meno… Ennesimo parcheggio affossato – anche in via Manzoni le materie prime hanno colpito – ennesimo progetto irrealizzato.
Anche questo sulla carta metteva laboratori artistici, musicali e artigianali, eventi spettacoli ricchi premi e cotillons. Sulla carta la città trasuda laboratori, arte in ogni angolo, musica ad ogni ora. Si sa, saremo capitale della cultura. Sulla carta.
La realtà è tutta nella risposta che ti danno i tecnici alla domanda: “ma se partissimo adesso col cantiere, ce la faremmo per il 2025?”. No. Ma non siamo in ritardo, dice Ziberna. A Chemnitz, l’altra città designata per essere capitale della cultura nel 2025, sono allo stesso punto nostro.
Caro Sindaco, non è che se siamo in ritardo in due ci danno la proroga di un anno: se il treno passa a e venticinque e tutti e due arriviamo a e mezza, lo perdiamo tutti e due. Adesso poi torna anche Lui sottoforma di Lei: il treno arriva in orario di sicuro. Andrea Picco
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