Succedono cose strane a Gorizia in Consiglio comunale, ma così strane che più passano i giorni e più ti stupisci per la loro stranezza.
Cerco di andare con ordine.
In occasione dell’ultima seduta del Consiglio si è discusso dell’annoso problema del regolamento dei dehors, una questione apparentemente semplice ma che, in realtà, in assenza di un piano del traffico, di un piano del commercio, insomma di qualsiasi piano che al momento manca, risulta piuttosto complessa.
Non è mia intenzione entrare nel merito del regolamento, su cui le forze politiche e i singoli consiglieri nutrono opinioni diverse, ma sul modus operandi dell’assise che continua a sorprenderci con “effetti speciali”.
Si apre la discussione e dopo gli interventi logorroici del buon Zotti, gli inviti alla prudenza dei consiglieri di minoranza e il consueto mutismo dei consiglieri di maggioranza (da quando è stato ripristinato il voto elettronico non abbiamo nemmeno più il piacere di sentire i loro “FAVOREVOLE”, “CONTRARIO”, “ASTENUTO”) – a parte qualcuno che invita a procedere all’approvazione perché la categoria dei commercianti attende da troppo tempo-, si passa alle dichiarazioni di voto.
“AALT! FERMI TUTTI! C’è un emendamento!!!”
Ma come? Salta fuori un emendamento in fase di dichiarazione di voto? E soprattutto, chi sapeva di questo emendamento, chi lo ha presentato e cosa prevede?
Bagarre in aula, tanto da indurre una sempre più confusa presidente, alla quale questa volta non viene in soccorso nemmeno la segretaria comunale, anch’essa in evidente difficoltà, a sospendere i lavori e a convocare la capigruppo, credo prima volta nella storia in fase di dichiarazione di voto.
Si percepisce tensione anche tra i banchi della maggioranza, insomma questa proposta sembra spiazzare tutti.
Ci si sposta in sala Bianca per la capigruppo durante la quale ci si lascia andare a parole forti e toni del tutto fuori luogo, per fortuna non a favore di telecamere. Sembrava presa la decisione di ritirare la delibera, peraltro sprovvista di parere tecnico, ma tempo di percorrere i pochi metri che separano la sala Bianca dalla sala del Consiglio con un vero e proprio coup de théâtre la maggioranza cambia idea: “non la ritiriamo più, la votiamo ma non ne votiamo l’immediata eseguibilità”.
Del resto, se si fosse proceduto al ritiro sarebbe stato il secondo in poco tempo con la conseguente figuraccia epica. Fosse stato approvato così come era, il regolamento avrebbe imposto la distanza di un metro e mezzo tra i dehors e i passi carrai, proprio quello che l’emendamento non più inseribile, né dunque votabile, voleva eliminare.
Al punto due dell’emendamento infatti si legge: “eliminare la frase “La distanza dai passi carrai dell’area allestita con dehors non deve essere comunque inferiore a metri 1,50 su ciascun lato del passaggio”.
Cosa avrebbe comportato questo? L’indomani si sarebbe già dovuto andare a smantellare un bel po’ di tavoli e sedie…
Le domande che sorgono a questo punto sono davvero tante:
. perché non discutere questa proposta di emendamento nel corso della commissione urbanistica di pochi giorni prima in cui era presente una delle proponenti, la consigliera Beltrame (eletta coordinatrice della stessa) e il comandante della Polizia Locale che peraltro aveva già espresso la sua perplessità sulla riduzione della distanza a suo dire non compatibile con la visibilità?
. perché affrettare l’approvazione di un emendamento senza i forse non obbligatori ma opportuni pareri tecnici?
. come può un consigliere comunale, che tecnico non è, stabilire se va rispettata una certa misura e quale essa debba essere?
. come è possibile dimenticarsi di portare in discussione un emendamento regolarmente presentato agli uffici ancorché non condiviso con gli altri consiglieri? (Ricordo che in occasione della discussione sul regolamento delle sedute dei Consigli comunali da remoto la presidente aveva imposto l’invio degli emendamenti il giorno prima della seduta del consiglio tassativamente le ore 12. 00).
. quando mai una delibera è stata approvata senza l’immediata eseguibilità?
Insomma, un vero e proprio pasticcio, per questo io e Andrea Picco, consiglieri della lista Noi Mi Noaltris GO! abbiamo deciso di non avallare questa sequela di irregolarità non partecipando al voto.
Ribadisco l’intenzione di non entrare nel merito del regolamento sui dehors, in quanto è per noi indispensabile poter basare il nostro voto favorevole o contrario su un parere tecnico: è necessario un metro e mezzo? Può bastare un metro o mezzo metro o anche nulla?
I consiglieri comunali devono essere messi nelle condizioni di votare seriamente e serenamente i regolamenti che vanno a incidere sulla vita quotidiana di tutti i cittadini ed è proprio a questo che servono i doverosi approfondimenti nelle commissioni.
A chi ci accusa di far perdere tempo inutilmente, gli stessi che siedono in consiglio da due o più mandati e che avrebbero potuto giungere prima a una conclusione se la questione era così urgente, rispondiamo che di anni ne sono passati parecchi e di sicuro qualche settimana non farà la differenza; se sul piatto ci sono questioni importanti come gli interessi di una categoria economica e la sicurezza delle persone è doveroso prendersi tutto il tempo che serve.
A chi ci accusa di non avere a cuore le sorti degli esercenti, rispondiamo che abbiamo a cuore gli interessi di tutte le categorie di cittadini: i commercianti, i pedoni, i ciclisti, i bambini, la mamme con le carrozzine, i diversamente abili… e che tutti hanno diritto di potersi muovere in sicurezza nella loro città.
Del resto prendere delle decisioni avendo come unica finalità il bene pubblico è molto complesso e non è solamente trovare la media tra gli interessi coinvolti.
Così si rischia solo di scontentare tutti, come la vicenda del senso unico in corso Italia dovrebbe averci insegnato. Già, dovrebbe… Eleonora Sartori
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