Cosa hanno in comune “Tracciare Futuri”, la due giorni organizzata a Monfalcone lo scorso fine settimana, e il laboratorio “Dalle parole ai patti” condotto da Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà, all’interno del Festival “Rethinkable”?
In realtà più di un aspetto, ma quello che prima di altri salta all’occhio è la consapevolezza di quanto il singolo cittadino possa innescare buone pratiche, circoli virtuosi, possa liberare energie che poi vengono impiegate per il BENE COMUNE.
Nulla c’è di lasciato al caso, è la stessa Costituzione italiana a sancire il principio di sussidiarietà orizzontale che agevola l’iniziativa di singoli e associazioni per mettere sul piatto saperi, competenze, risorse di vario tipo a vantaggio di tutta la comunità.
Che si tratti di un edificio abbandonato, di una aiuola trascurata, di una via della città piena di immondizie… Sono i cittadini a proporsi, a trovare soluzioni mossi dall’affetto che li lega al luogo in cui abitano.
Non è manovalanza a costo zero, è un principio generativo che mette sullo stesso piano la pubblica amministrazione e i singoli che reciprocamente si danno qualcosa in un’ottica WIN-WIN: vinco io, vinci tu.
Di esempi ne sono stati portati tanti, collocati in tutto lo stivale e i patti realizzati sono sempre nati grazie alla creatività, alla fantasia, all’impegno di cittadini che hanno trovato nell’amministrazione comunale una spalla, un alleato, un partner, non certo un ostacolo.
Penso a Gorizia, penso ai cittadini che la abitano, penso ai quartieri e penso all’impegno che in questi anni ho avuto il piacere di scoprire. A Gorizia non manca la voglia, non mancano le inziaitive “dal basso”, forse manca un po’ di coordinazione ma su questo si può lavorare.
Pretendiamo dall’amministrazione un regolamento sulla gestione dei beni comuni, ma soprattutto pretendiamo che non prenda muffa in un cassetto.
Il cittadino deve sapere che può, anche dal punto di vista legale, intraprendere azioni di pubblica utilità, che esistono gli strumenti amministrativi per formalizzare il suo operato e per dargli l’opportuna visibilità, in modo da innescare un vero e proprio contagio.
Oggi ho avuto l’impressione che siamo indietro nella nostra città, ma che tutto non sia perduto. Sta a noi tutti proporre strumenti per la cura dei beni comuni ed esigere che il nostro impegno venga formalizzato (non burocratizzato), riconosciuto e premiato.
Piazzutta, Sant’Andrea, Straccis (e cito solo le realtà che conosco perchè di sicuro ne esistono molte altre) sono piene di energie che non aspettano altro che essere incanalate, dirette, gestite.
L’amministrazione cominci ad ascoltarle, il risultato sarà DI TUTTI. Eleonora Sartori
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