L’ultima puntata della saga delle tristezze del Sindaco di Gorizia è in un pacco che viaggia in un anonimo furgone di un anonimo corriere in direzione Senato della Repubblica, intorno ad aprile. Dentro, il sigillo della città, da recapitare alla senatrice Liliana Segre.
In rigoroso silenzio, che i suoi non sappiano che gliel’ha consegnato, e che l’opposizione non sappia che gliel’ha consegnato in quel modo.
In questo gesto c’è tutto il Rudy style. C’è la totale assenza del simbolico: spedire il sigillo della città per posta o ricevere la Decima Mas con la fascia tricolore significa sputare sui simboli, per arroganza o sciatteria poco importa.
C’è poi il Rudy che fa le marachelle, il bambino mai cresciuto che cerca di farla di nascosto e quando viene scoperto mistifica per uscirne pulito, e se proprio è con le mani nella marmellata fa l’infame, dando la colpa agli altri. “Perciò lei vuole dire…” è l’attacco più consueto quando deve dire una balla, accompagnato dall’altrettanto consueto colpo di tosse nervosa.
La storia del sigillo prima la tiene segreta, ma ha la sfortuna che la consigliera Fasiolo conosca personalmente un collaboratore della Senatrice Segre. Una volta scoperto, farfuglia giustificazioni assurde e poi dice che gliel’ha spedito. Spedito, capite? Non si è neanche premurato di alzare il culo dalla poltrona e portarglielo. Perché era una vergogna, un rito da fare di nascosto, come quando si celebravano i matrimoni riparatori all’alba, lontano dagli occhi di tutti, e in fretta e furia che non doveva saperlo nessuno che sarebbe nato di lì a poco un figlio guarda caso settimino.
Ziberna è così, per il suo culo da rieleggere non andava bene che si sapesse che aveva spedito il sigillo per posta e allora se l’è tenuto per sé. Neanche fosse roba sua, neanche fosse un venditore di Amazon che spedisce merce comprata on line.
È un gesto gravissimo quello che ha fatto, e che sperava di tenere nascosto. Dentro un pacco, in furgone, il simbolo della Città medaglia d’oro alla Resistenza. Una città con una storia millenaria, e lui la scambia per un vibratore. Andrea Picco
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