Molto interessante e a tratti commovente la serata organizzata ieri dal Patto per l’Autonomia. Al Kulturni Dom, da sempre la casa di tutti, si è parlato di Cooperazione oltre i confini con Rada Žarković dei Frutti di Pace della Cooperativa Insieme, e più in generale di progetti che vedono i cittadini protagonisti.
Sentendo parlare Rada, donna energica e appassionata, ho pensato a quanto le marmellate siano il simbolo perfetto dell’unione, della collaborazione e della potenza dell’azione civica: frutta che, lavorata assieme seguendo un determinato processo, genera il prodotto finale. Nella marmellata c’è l’apporto fondamentale di tutti, ma indistinto.
La marmellata rappresenta il nostro impegno quotidiano a fianco di amici, amiche, compagni e compagne per raggiungere un risultato, assieme. Non c’è divisione, non c’è rivendicazione: “quello è mio, quello è tuo, quello l’ho fatto io, quello l’hai fatto tu”.
Lo stesso vale per il progetto del Distretto di Economia Solidale del medio Friuli che ha dato alla luce la panetteria sociale Pan Dal Del Friûl di Mieç, per quelli delle carovane della pace e per tantissimi altri.
Anche Gorizia è testimone di quanto la società civile abbia una marcia in più nel vivere il territorio di confine come uno spazio unico e non da ieri ma da moltissimo tempo, quando il concetto di città unica era davvero un’utopia.
Se, da una parte, la politica e le istituzioni faticano a digerire un passato pesante e a narrarlo in modo intellettualmente onesto, la gran parte dei cittadini, soprattutto giovani, vive la propria vita senza considerare un al di là e un al di qua. Ne siamo stati testimoni durante il Covid, con un inutile e triste ripristino della rete in piazza Transalpina, di quanto il tessuto sociale sia ormai così stretto da non poter essere allentato.
Tante occasioni ormai sono state perse, molte altre sono ancora davanti a noi. La Capitale Europea della Cultura è un treno (l’ultimo? Chi lo sa…) su cui dobbiamo salire e che non deve investirci. Basterebbe che la politica ci credesse, che seguisse il solco già tracciato dai cittadini.
Ringrazio gli organizzatori di questa bella iniziativa, Massimo e Enrico, e le relatrici Leyla e Rada. Un riconoscimento particolare va al padrone di casa Igor e al suo intelligente lavoro di tessitura di ricche relazioni culturali cominciato in tempi in cui il confine c’era davvero e assieme ad esso un clima di ostilità e pregiudizi. Eleonora Sartori
Rispondi