Clandestini. Illegali. Migranti economici. Profughi. Transitanti. Persone? Donne e Uomini che scelgono di lasciare tutto quello che hanno per partire verso qualcosa, verso una speranza di una situazione migliore. E noi ci chiediamo perchè continuano a partire se sanno che l’Europa non li vuole, che i centri sono pieni, che dovranno aspettare mesi o addirittura anni per ottenere qualcosa o forse non ce la faranno mai. E loro continuano partire, a lasciare tutto.
Poveretti, diciamo. Forse e dico forse dovremmo capire che tutta questa incertezza a cui vanno incontro è meglio di quello che lasciano. Che forse quello dai cui scappano è peggio di tutto questo. Allora e solo allora capiremmo che sono la voglia di riscatto, lo spirito di sopravvivenza, il bisogno di qualcosa di diverso a spingerli a tanto. A partire a piedi o con mezzi di fortuna dall’Afghanistan, dal Pakistan, dall’Iran, dal Burundi, dall’Egitto.
Ogni sera a Gorizia centinaia di persone dormono per strada. Bambini, donne e uomini. Ormai di sera fuori fa freddo e ogni volta che distribuisco, che distribuiamo, una coperta in stazione, in Casa Rossa vorrei dire “Mi dispiace, mi dispiace che devi dormire all’aperto, mi dispiace che dopo anni della medesima situazione non si sia ancora trovata una soluzione pronta, che ogni volta bisogna sempre denunciare, partire da zero, incazzarsi con il Comune, con la Prefettura affinchè facciano qualcosa. Mi dispiace. Mi dispaice che nel 2022 in una città europea la situazione sia questa.
“Welcome in Italy, welcome in Gorizia my friend.” Ma noi siamo lì, ogni sera. Con le macchine piene di coperte, thè caldo, cibo, latte per i bambini, succhi di frutta, vestiti. A sostituire il lavoro che qualcun altro dovrebbe fare. E sei sempre di corsa perchè finisci di lavorare e vai a fare la spesa e mentre sei con il carrello tra gli scaffali pensi “Bon prendo qualche pacco in più di biscotti, di cracker per i “ragazzi”, li butto in macchina “che non si sa mai” e magari rinunci a qualcosa per te. Perchè semmai noi italiani ci trovassimo nella stessa situazione a me non dispiacerebbe incontrare alla stazione dei treni qualcuno che mi offra da mangiare e una coperta.
Che poi la domanda che vorrei fare a tanti “Ma a te, nella tua vita, nella tua quotidianità ti viene meno qualcosa se altre persone cercano un mondo migliore dove vivere?” “Welcome in Italy, welcome in Gorizia my friend. We are here”. Francesca Dijust
FOTO: Insieme con voi – Gorizia Solidale
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