Come faccio a trovare le parole, Maestro? Dimmelo tu, che le hai trovate per tutti quelli che non hanno voce, quelli che gli altri chiamano gli ultimi.
Oggi, nel freddo di un presidio contro i fascisti, Anna Di Giannantonio ti ha ricordato come compagno, partigiano in quanto dalla parte di chi sta male, uomo di sinistra, Uomo.
Io, chi sono io per dire quanto grande sei stato? “Ci salviamo anche stavolta, capo”, mi dicevi prima di ogni apertura del sipario. E io mi sentivo sicuro, al sicuro dentro la tua magia. La magia delle tue parole, che illuminavano il buio di mondi, di solitudini, di silenzi di vite che altrimenti non avrebbero avuto il calore dell’abbraccio delle tue pagine.
Cecilia vivrà per sempre, Cecilia che non avrebbe amato nessuno senza di te. Avevi un dono e l’hai donato a tutti, con la generosità di chi è veramente grande.
Le persone mi scrivono, mi abbracciano, piangono con me. Tutti, tutti, ti riconoscono come un grande. Non ci salviamo, Maestro, non ne siamo capaci da soli. Siamo capaci di leggerti, e di portarti dentro di noi per sempre.
Dicevi sempre di aver vissuto due vite. Io ho visto solo la seconda e mi ha guidato in questi venticinque anni. Sei stato un faro, Maestro. E la tua luce non si spegne. Mai. Andrea Picco
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