Per chi come me si chiede a cosa serva l’assessore ai grandi eventi, sarà proprio lei a ricevere i labari fascisti della Decima Mas in Comune sabato mattina. È, dunque, un grande evento per l’attuale amministrazione rendere omaggio, l’ultima volta pre COVID con fascia tricolore, a chi combattè a fianco dei nazisti a Gorizia.
Come ricorda una nota dell’ Anpi, infatti, all’indomani dell’occupazione tedesca, il nostro territorio passò sotto il dominio nazista e la conduzione della guerra fu di esclusiva pertinenza dell’esercito germanico. A capo della macchina repressiva il commissario Rainer designò Odilo Lotario Globocnik, noto per lo sterminio di due milioni di ebrei polacchi nell’operazione Aktion Reinhard.
In che modo la Decima mas potesse difendere l’italianità di un territorio occupato dai tedeschi non è affatto chiaro. Chiaro è invece che furono i tedeschi a cacciarli da Gorizia, anche per gli insuccessi militari riportati sia nell’operazione Adler, sia nella battaglia di Tarnova.
La Decima non fermò l’esercito jugoslavo anche perchè nessuna occupazione era ipotizzabile nell’inverno 1944-45 a guerra in corso. A Gorizia, città medaglia d’oro alla Resistenza, l’amministrazione riceve i filonazisti, senza che gli organi dello stato impediscano tale sfregio alla Costituzione.
Dovrebbe esserci una sollevazione popolare, un’alzata di scudi democratica a impedirlo. ANPI promuove il 21 gennaio alle ore 10 presso l’inizio della zona pedonale un presidio antifascista: siamo al paradosso che viene concesso il Comune ai filonazisti e gli antifascisti non possono nemmeno avvicinarsi.
La Decima mas, usata in funzione antipartigiana e antislava non deve essere presente a Gorizia, città che ha pagato un prezzo altissimo al nazionalismo. Andrea Picco
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