Quasi sei goriziani su dieci si svegliano stamattina con la spregevole sensazione di avere una mano di Ziberna che fruga nelle loro tasche o nelle borse, in cerca di minimo 120 euro a testa nel portafoglio. Gli servono anche per pagare quel quintale e mezzo di carne che ha preso ieri sera, quando si è portato a casa sì l’Irpef allo 0.7 per cento, ma anche cinque ore di racconto del suo fallimento come amministratore di questa città.
Cinque ore per cinque anni di nulla, snocciolato come quelle arachidi che accompagnano una delle principali occupazioni del nostro, salato come il conto che presenta a sei goriziani su dieci dopo ieri sera. Difeso d’ufficio dal solo Obizzi, adesso non sarà tutta colpa del povero sindaco se la situazione è questa, difesa molto debole al pari di quella di Tomasella, che ha il profilo talmente basso che nemmeno si ricorda la leccata in apertura, ringrazioilsignorsindacorodolfozibernagliassessoriicolleghiechiciseguedacasa, e chiude con vigilerò su come verranno spesi i soldi, il minimo sindacale.
Fratelli d’Italia muti, Del Sordi muto, sinestesie involontarie, chissà se gli torna la parola in tempo per la campagna elettorale: buongiorno signora le ho appena messo l’Irpef, mi vota? Sarebbero minimo 120 euro all’anno.
Diciotto minuti totali di tregua, su oltre trecento di bordate circostanziate che gli trasformano le orecchie in quelle di un cocker, basse e fino a terra. Il resto dell’arredamento, non pervenuto. Zero sillabe. Segue voto pavloviano da parte della maggioranza. Che poi, ha subito il problema seguente, ossia far cadere il numero legale per non votare la commissione d’inchiesta sull’attacco hacker al sito del comune.
Opposizione in aula, anche disposta anche a rinunciare agli interventi e andare direttamente al voto. Sartori Roberto che tenta l’accordo con qualcuno dell’opposizione per fare vedere che la maggioranza non se ne va perché non la vuole votare, noooo, ma perché è tardi per tutti, e in accordo con l’opposizione si va a casa. Ma anche Richelieu Sartori ha perso il tocco, da quando non è più assessore.
Nessuno si muove, dai nostri banchi, mentre uno a uno quelli di maggioranza escono, ognuno sperando che non si noti proprio lui. Qualcuno di primo pelo non riesce a nascondere l’imbarazzo, l’impaccio, e risponde “assente” all’appello. Il sindaco è già uscito di scena, sempre più imbolsito se ne va verso la sua macchina nuova con le mani in tasca, in tasca di ognuno di noi. Andrea Picco
In tempi non sospetti avevo previsto le ultime iniziative di discutibile amministrazione.