La situazione economica in cui versa il comune di Gorizia è drammatica ma non seria, come direbbe Flaiano. Stritolata tra le tasche vuote nella parte corrente e le mani bloccate sulla parte investimenti, estromessa da tutto ciò che riguarda quella che doveva essere l’ultima carta da giocare per il futuro – la Capitale Europea della Cultura, ormai affare regionale – senza la gestione di uno straccio di progetto per il PNRR, l’amministrazione è in balìa di una ricevuta mai ricevuta dal MEF che vale 1 milione e 200mila euro per il 2022 e altrettanti per il 2023. E cosa fa? Festeggia la perdita di altri 25 abitanti come un rilancio della città.
È il segno di quello che abbiamo fatto in questi anni, dice il sindaco, cioè niente. Senti le sue parole e ti senti in Trentino, poi esci di casa e vedi che sei da un’altra parte. Se non sistema sta storia del milione e due, la giunta deve trovarli da qualche parte.
Partirà all’attacco di quello che si vede meno, per esempio i servizi educativi per i nostri figli. Tanto, anche se riducono lì, chi se li fila? Questa storia della Tari, se resta così, dovrebbe portare alle dimissioni del Sindaco e al commissariamento, in un paese normale.
Ironia della sorte, proprio quella Tari che in piena pandemia il Sindaco diceva sarebbe stata rimborsata ai cittadini, sparando forse la più grossa delle innumerevoli balle di questi ultimi sei anni. A fine anno arriverà, puntuale, l’ennesima ricapitalizzazione dell’aeroporto? Dell’unica consortile al mondo in cui siamo consorziati noi con noi stessi e noi medesimi? In central park non si lavora più ormai da mesi: è fallita la ditta anche lì? Staremo a vedere. Intanto ballano 2milioni e 400mila euro, tra l’anno scorso e quest’anno e il barile è già stato raschiato con l’addizionale Irpef allo 0,7. Il cicaleccio di questi quasi sei anni ha portato a questo. E allora rivolete il comunismo! Allora i milioni di morti? Allora le foibe? Allora rivolete i Titini! E via, verso il prossimo Gusti di Frontiera. Funziona sempre. Andrea Picco
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