Il servizio sanitario pubblico risponde alle esigenze di salute di tutti noi, senza discriminazioni. E’ garanzia di un’etica che risponde ai principi della Costituzione e non alla logica del profitto, è garanzia di presa in carico della persona, e di continuità delle cure nel passaggio fra livelli e strutture diverse, cosa indispensabile per le situazioni complesse, come è il caso di anziani e persone fragili in generale.
Infatti le linee guida nazionali e internazionali indicano nell’assistenza territoriale il fulcro di un sistema di servizi che, partendo dalla quotidianità ci accompagnano sino ai più alti livelli di specializzazione delle cure, fornite dai centri Hub.
Le risorse che ora vengono messe a disposizione dal PNRR potrebbero essere utilizzate per investire su questo sistema, ai fini di garantire una qualità sempre migliore e una sempre maggiore solidità del servizio sanitario pubblico.
Ma guardandoci attorno vediamo che ciò non avviene. Si sta andando nella direzione opposta: attraverso continue e sempre più ampie esternalizzazioni il sistema viene frammentato in pezzi da affidare a “fornitori” privati, secondo la logica dell’emergenza o del “tappare i buchi”.
Ma questo modo di procedere conviene?
Ne rifletteremo giovedì 23 febbraio, alle ore 17.30, nella Sala Incontro di San Rocco (Gorizia), in un’assemblea organizzata dal Coordinamento Salute del Friuli Venezia Giulia, movimento spontaneo di associazioni e singole persone sorto all’inizio dello scorso anno in difesa del servizio sanitario della nostra regione, e che ha già presentato al Consiglio Regionale un Documento di analisi e proposte allegato ad una petizione di 15.000 firme. Daniela Careddu
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