Ugo Scapin ha 129 amici che come lui risultano infoibati senza, fortuna loro, esserlo mai stati. Nome e cognome scritti a imperitura memoria sulla pietra del lapidario di Gorizia, 665 nomi in tutto.
Chi ha eretto il monumento ha involontariamente sancito che Ugo, in unica illustre compagnia datata 33 dopo Cristo, ha una particolarità non da poco: pare essere stato in grado di risorgere e qualche anno fa di farsi scattare una foto sorridente davanti al suo nome, inciso appunto sul già citato lapidario. Risorto con prova provata della propria resurrezione.
Degli altri 129 si è accertata la morte in altre situazioni, qualcuno forse, chissà, potrebbe essere ancora vivo. Di sicuro non è stato infoibato in quei giorni del ‘45, come accertato dalla minuziosa ricerca storica dell’Anpi.
Certo, se la storia la affidiamo a degli storici tipo quello che ha carotato mezza corno di Rosazzo in cerca di 800, non uno o due, corpi in una foiba che, unico esempio di foiba mobile, gli sgusciava via da sotto il naso, è chiaro che qualche errore si possa commettere.
130 errori su 665, per la precisione. Il nostro storico da tastiera però ha altri nomi, che richiedono un altro lapidario preciso quanto il primo. Un comune normale gli direbbe perfetto, togli i nomi sbagliati e metti questi nuovi, dando magari una controllata un po’ più seria sulla vicenda di ognuno, e magari non mettendo Mario Rossi e Rossi Mario. Il nostro invece è un comune speciale e cosa fa? Gli concede lo spazio per costruirne uno nuovo, proprio di fronte all’altro, così il turista potrà vedere due falsi storici in un colpo solo.
L’ attrazione è proprio questa: vedere il lapidario in cui un terzo dei nomi sono sbagliati. Suggerisco all’Anpi di mettere accanto al monumento un QR code che racconti le balle che il turista si trova davanti. Uno inquadra col telefonino e tac, vede la foto di Ugo Scapin che sorride e indica il suo nome e la data della sua morte. Alla faccia di chi dice che si vive una volta sola. Andrea Picco
Accipicchia che travaso di bile!
A casa mia un terzo di 665 deve fare un valore attorno ai 220, e non 130… In matematica andiamo malino….
Da quello che ricordo nelle poche righe del lapidario c’è scritto “deportati in Jugoslavia” e non “infoibati”, quindi il fatto che qualcuno sia morto in altri modi credo sia del tutto legittimo…. Anche in comprensione del testo andiamo maluccio e dire che millanta una mezza laurea in lettere nel suo cv….
Ci si attacca ad un errore di un nome per invalidare tutto un lavoro, tipico dei negazionisti; mi pare che se ne parli anche nel vademecum del giorno del ricordo, di sicuro non scritto da storici improvvisati con la terza media o con una mezza laurea in un’altra disciplina.
Gli infoibati dell’informativa della “foiba volante”, mi pare che potevano essere dai 200 agli 800, quindi non necessariamente 800 e mi pare di ricordare che qualche corpo effettivamente fu trovato e che fu riesumato a suo tempo. Se non ricordo male mi pare fossero una decina, fra cui un ragazzino di 13 anni militare della RSI.
In ogni caso quella zona è grande, impervia ed abbastanza selvaggia, quindi magari prima o poi qualcosa verrà fuori, o forse anche no….
Se avreste veramente amore per la Verità oltre a confutare (giustamente) in nomi sbagliati vi preoccupereste di aggiungerne altri.
Eviterei poi di fare un processo settant’anni dopo alle vittime, sennò secondo questo ragionamento dovremmo poi andare a vedere la storia famigliare degli iscritti all’ANPI, e magari verrebbe fuori che qualche parente di qualche iscritto ha una bella targa in corso Italia, qualcun altro a suo tempo militava in associazioni di vecchi arnesi patriottardi che tanto stigmatizzate.
Del resto qualcuno era comunista perché prima era fascista, qualcun altro era comunista perché glielo avevano detto e qualcun altro perché non gli avevano detto tutto….